A PROPOSITO DI BIOMASSE

La prima riguarda la formulata accusa di mancanza di democrazia e di clandestinità delle procedure di approvazione del Piano Energetico Ambientale che prevede, tra l’altro la valorizzazione delle biomasse. Ebbene, ha risposto Nardone, il PEA fu approvato dal Consiglio Provinciale di Benevento con atto n° 72 del 10/11/2004 a voti unanimi dei venti consiglieri presenti (su ventiquattro assegnati), dopo una procedura pubblica di elaborazione avviatasi in data 15 dicembre 2001, presso la Villa dei papi di Benevento. “Il Piano, quindi, ha proseguito Nardone, fu ufficialmente presentato al pubblico in data 25 marzo 2004 presso la Rocca dei Rettori – Sala Consiliare e, nella stessa giornata, seguendo le indicazioni dettate dall’Unione Europea, discusso secondo il metodo che la stessa Unione Europea ha denominato “European Awareness Scenario Workshop” (EASW), cioè mediante la partecipazione condivisa di soggetti, enti ed istituzioni. Al Workshop” (EASW) sul PEA, protrattosi per l’intera giornata del 25 marzo 2004, alla Rocca dei Rettori, intervennero ben 42 soggetti individuati nell’ambito di 3 diversi gruppi, che hanno discusso 4 temi-chiave della sostenibilità (ambiente ed energia; territorio e mobilità; sviluppo economico; lavoro e qualità della vita), il Piano Energetico Ambientale fu arricchito dai suggerimenti e dalle valutazioni dei partecipanti”.Il PEA, è scritto ancora nella lettera del presidente, fu elaborato dall’Università degli studi del Sannio e dall’Ente nazionale per l’energia e l’Ambiente (ENEA), sotto la supervisione e con l’approvazione del Ministero dell’ambiente. Esso non prevede alcuna commistione con la problematica dei rifiuti. Pertanto, ha affermato ancora Nardone, è falso attribuire a chicchessia la volontà di “bruciare oltre alle biomasse anche i rifiuti – magari sotto forma di ecoballe”. A giudizio di Nardone, “questa è una vera propria infamia”. La Provincia di Benevento, infatti, ha spiegato Nardone, “ha escluso i termovalorizzatori nella filiera del trattamento dei rifiuti solidi urbani ed anzi si sta impegnando su una tecnologia innovativa del tutto diversa consistente nella dissociazione molecolare”. Ora, è ancora Nardone a parlare, tale impianto di dissociazione molecolare sorgerà in Benevento, come già ampiamente riportato dalla Stampa e, dunque, “non si capisce come e perché (se non animato da una voglia intenzionale e strumentale di gettare il panico tra la popolazione) si alimentino voci, sospetti e notizie infondate circa la confusione tra le biomasse ed il trattamento dei rifiuti. Inoltre, ha detto ancora Nardone, non è nemmeno pensabile che l’impianto per le biomasse possa essere – come per magia – “riconvertito” a termovalorizzatore dei rifiuti, vista la tipologia differente delle due strutture”. E questa è la conclusione del presidente: “La valorizzazione energetica delle biomasse attualmente non valorizzate, abbandonate ed incontrollate (sanse, vinacce, tralicci di vite, etc.) costituisce un elemento in grado di accrescere la sostenibilità ambientale nel territorio interessato. Viceversa costituisce grave fattore di rischio per l’ambiente e per l’ecosistema, come anche un non esperto può capire, la procedura assurda ed antica dello bruciare le stoppie nei campi durante i mesi estivi, magari mettendo insieme anche buste di plastica e residui di fertilizzanti chimici. In ogni caso, la Provincia di Benevento ha già dato incarico alla Società partecipata MARSEC di Benevento Stazione di monitoraggio ambientale mediante telerilevamento satellitare) di effettuare i rilievi degli scarichi inquinanti in atmosfera secondo metodologie di indagini certificate ed efficaci, che possono tranquillizzare tutti. Tutti questi elementi andrebbero valutati con obiettività se si vuole dare un giudizio sereno e trasparente sulla vicenda. E se non si vogliono porre le spalle al futuro”.

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