Brescia: arrestate per riciclaggio tre cittadine polacche, su di loro un mandato europeo

Milano, 28 ott. (Adnkronos) – Personale della questura di Brescia e del comando provinciale della guardia di finanza di Brescia, unitamente a personale del Kas-Ufficio doganale-fiscale della Masovia a Varsavia e del Cbsp-Ufficio centrale investigativo, con il supporto del servizio per la cooperazione internazionale di polizia nell’ambito del progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘Ndrangheta), ha proceduto, lo scorso 26 ottobre, alla cattura di tre cittadine polacche accusate di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso 28 giugno dal tribunale di Brescia, seguita da un apposito mandato di arresto europeo emesso dal gip di Brescia.

In particolare, le tre donne sono risultate coinvolte nell’indagine denominata ‘Atto finale’ diretta dalla direzione distrettuale antimafia di Brescia e condotta dalla sezione criminalità organizzata della squadra mobile della questura di Brescia, dalla prima divisione del servizio centrale operativo della Dac della polizia di Stato e il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Brescia, a seguito della quale, nell’ottobre del 2021, sono state disposte 14 misure custodiali nei confronti di altrettanti indagati nonché il fermo di indiziato di delitto nei confronti di tre persone ed il sequestro della somma contante pari a 1,2 milioni di euro.

In tale ambito, le tre arrestate sono state ritenute fare parte di sodalizio criminale, composto da una trentina di soggetti, uno dei quali in diretto contatto con soggetti di spicco della ‘Ndrangheta calabrese, dimorante sulla sponda bresciana del lago di Garda, già oggetto di misura restrittiva lo scorso mese di luglio, ideatori di un complesso sistema fraudolento di natura tributaria fondato sull’emissione e la conseguente utilizzazione di un elevato numero di fatture per operazioni economiche inesistenti in danno delle casse erariali (per un flusso complessivamente quantificato in circa 50 milioni di euro) nonché di riciclaggio dei relativi proventi.

Il ruolo ricoperto dalle tre donne sarebbe legato al funzionamento di cosiddette ‘cartiere’ localizzate a Varsavia le quali, ricevuti i bonifici dalle ‘società filtro’ italiane, avrebbero emesso in loro favore fatture per operazioni inesistenti con relativi bonifici sui conti correnti esteri. Da questi le tre avrebbero effettuato il prelievo di denaro contante presso banche polacche per poi inviarlo in Italia alle società clienti tramite gli appositi ‘spalloni’, tratti in arresto nello scorso mese di luglio in esecuzione di analoga misura custodiale.

Infine, la proficua collaborazione con il servizio per la cooperazione internazionale di polizia nell’ambito del progetto I-Can, ha consentito di seguire il rientro in Italia di due spalloni ed il sequestro, avvenuto nel comune bolzanino di Vipiteno, della somma contante pari a 487.690 euro suddivisa in banconote di vario taglio, occultata all’interno di un furgone, con il deferimento in stato di libertà dei due occupanti il mezzo.

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