E’ in edicola il terzo numero del quindicinale Realtà Sannita, diretto da Giovanni Fuccio.

Benevento è già in campagna elettorale. A fine maggio (forse) si vota per Comune e Provincia” titola così l’apertura a firma di Gino Pescitelli.

Mario Pedicini con il suo editoriale “Arginare i fiumi?” scrive: “A sentire anche personaggi che rivestono cariche nelle organizzazioni di categoria, nei giorni scorsi sia il Tammaro che il Calore avrebbero superato gli argini. Si dà il caso che i fenomeni registrati sono stati allagamenti in aperta campagna in zone pianeggianti. Si è trattato, cioè, di più che normali fenomeni naturali da classificare tra le esondazioni. E per invocare gli interventi di autorità amministrative (soprattutto regionali, con qualche leggera propensione alle provinciali) si sono evocati gli immancabili cambiamenti climatici. Non bisogna consultare i libri (anche se per certe categorie professionali sarebbe indispensabile) per darsi la ragione di certe toponimie. Cioè del perché a valle della confluenza del Sabato e del Calore quella zona pianeggiante si chiama Pantano e se la pianura da Ponte a San Lorenzo Maggiore si chiama Piana. Né bisogna essere viticoltori (anzi!) per notare che solo da qualche decennio sulla Piana sono sorti vigneti che lambiscono allegramente il corso del Calore. Quasi tutta quell’area non è stata mai nel passato sottratta alla sua naturale funzione di area a disposizione del fiume. Chi se ne voglia fare una ragione potrà consultare i tanti libri scritti da studiosi locali che anche nelle scuole dovrebbero essere meglio apprezzati e fatti conoscere. Perché mai il progettista del ponte Maria Cristiana a Solopaca volle portare il manufatto a “9 metri dal pel di magra”, cioè dal livello dell’acqua in condizioni di magra, cioè estivi? Evidentemente per sottrarlo ad un prevedibile livello di piena già nel passato misurato. E perché la linea ferroviaria dei primi anni dello stato unitario, pur seguendo il corso del fiume, si è tenuta ad una quota di sicurezza, anche qui calcolata sulla base delle conoscenze storiche circa i livelli raggiunti dalle piene nei secoli? Perché l’alluvione del 2 ottobre 1949 non ha toccato i binari della ferrovia, allora costeggianti la piana di Pantano?

Fiumi e torrenti hanno le loro esigenze. Se l’uomo pensa di obbligarli a rispettare le sue nevrosi, continueremo a mandare sottacqua aziende agricole e abitazioni familiari”.

Di seguito una panoramica degli altri articoli e servizi giornalistici presenti su questo numero: “Nunzia De Girolamo debutta su Rai 1 con Ciao Maschio” di Annamaria Gangale; “Imponente iniziativa editoriale su Benevento delle Edizioni Realtà Sannita”; “Aspettando i nuovi vertici” di Roberto Costanzo: “Il Carnevale scomparso nelle tradizioni beneventane” di Paola Caruso; “Arriva solo a fine anno il vaccino universale per combattere tutte le varianti” di Giancarlo Scaramuzzo; “Padre Tirone e il volto bello della Chiesa beneventana” di monsignor Pasquale Maria Mainolfi; “Marini dal sindacato alla seconda carica dello Stato” di Nicola Mastrocinque; “Storie di vita e di lavoro nelle contrade del Sannio” di Ivana Tanga; “La next generation EU riuscirà a superare i 3 gap economici-culturali?” di Miriam Masone; “A San Marco dei Cavoti riscoperta la Cascata Ripa” di Andrea Jelardi.

Paginone sul Benevento Calcio a cura di Gino Pescitelli e Andrea Orlando con le splendide foto a colori di Arturo Russo e ancora “Benevento 5 conferma il terzo posto” di Autilia Testa.

Quindi, le consuete rubriche: “Oltre le mura” di Elio Galasso, che stavolta delizia i lettori con lo scritto “Caterina abbruciata”; “Protagonisti al traguardo” di Mario Pedicini; quindi spazio all’ilarità con la “sgrammaticata” lettera dell’emigrante; ed infine l’inserto speciale “Realtà Giovani”.

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