I carabinieri del Noe l’hanno chiamata operazione “Chernobyl”.

Tonnellate e tonnellate di fanghi pericolosi e rifiuti speciali sversati nel fiume Sabato, a monte della città e nei campi destinati alle coltivazioni. Non hanno risparmiato nulla, hanno invaso finanche gli scavi per la realizzazione di metanodotti, così come riferiscono le agenzie di stampa.Hanno sparso veleni e liquami per squallidi fini personali. Un attentato alla salute pubblica, una grave lesione all’integrità e alla produttività dei territori, un insopportabile affronto, che incrina l’immagine della città.La nostra comunità deve capire, conoscere e veder risarcito il danno provocato dalla combinazione esplosiva tra incoscienze e istituzioni incapaci di tutelare le ragioni e i valori del proprio territorio.Il prevenire e il monitorare un territorio non appartengono agli obiettivi del futuro ma sono obblighi del presente. Una coscienza critica e un maggior senso di moralità diffusa dovrebbero essere ingredienti sufficienti, per porre seriamente al centro dell’attenzione politica l’interesse collettivo di attrarre a queste problematiche l’intera rappresentanza sociale. Istituzioni, associazionismo, società civile non possono sentirsi insensibili a fenomeni che evidenziano l’incapacità, per i moderni attori sociali, di fare il proprio dovere, assolvendo agli obblighi di ruolo e funzione. Terra di riflessione, di meditazione, arte e cultura, il nostro Sannio rischia di essere storicamente compromesso, da una tanto evanescente quanto sinistra azione politica che lo trasforma un giorno in isola di futilità esaltata, l’altro in territorio di rifiuti, ammassati in discariche di tutti i tipi ed espressioni possibili.Non c’è stata alcuna reazione, nessuna indignazione, neanche un segnale di preoccupazione a fronte di un serio attentato alla salute pubblica, come se nulla fosse accaduto. La salute pubblica merita incondizionato e totale rispetto. Bisogna mettere al bando tatticismi e appartenenze politiche. Bisogna avviare un’azione significativa ed efficace per far convergere e confluire attenzione e interesse e affrontare in maniera risolutiva i fenomeni patologici dell’emergenza rifiuti che da anni segna il quotidiano del nostro territorio. Bisogna far emergere tutte le responsabilità, smascherare i colpevoli, palesi e occulti, colpire questa nuova “razza padrona” che tutto può e nulla deve. Solo così potrà dirsi avviato il vero processo di moralizzazione di una società e di un territorio che, confusi dal facile trastullo, rischiano il disorientamento e la deflagrazione morale e sociale. Bisogna ritornare a occupare gli spazi istituzionali esercitando ruolo e funzione con serietà, compostezza e rispetto delle comunità.Il fiume Sabato ha pagato il prezzo più alto. La città ha visto passare tonnellate di liquami pericolosi quasi senza accorgersene. Un fiume trasformato in fogna non ha destato il benché minimo interesse. Dove erano i difensori, istituzionali e spontanei, dell’ambiente? In che modo questo territorio è tutelato dal rischio di fenomeni degenerativi, tra politica ed economia? Questi e altri interrogativi meritano risposte vere. Ci auguriamo che i silenzi non prendano il sopravvento e che non si trasformino in risposte.Sen. Pasquale ViespoliLa federazione provinciale e i gruppi consiliari di Alleanza Nazionale al Comune e alla Provincia di Benevento

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