Incendio di Airola (BN), non risulta presenza fibre di carbonio in stabilimento coinvolto

L’Agenzia ARPAC, in aderenza a ben precise procedure di risposta ad emergenze ambientali quali, tra le altre, incendi di opifici industriali, dà luogo al monitoraggio della qualità ambientale dell’atmosfera, dei suoli e delle acque superficiali tenendo conto della specificità dell’evento, in particolare delle sostanze coinvolte nell’incendio.
Nel caso in esame, sulla base degli atti tecnici reperiti negli archivi dell’Agenzia e delle informazioni reperite circa i cicli produttivi della Sapa, è stato possibile individuare le tipologie di materiali ragionevolmente presenti nello stabilimento al momento dell’incendio (materie prime, semilavorati, prodotti finiti); tra essi, non risultava ipotizzabile la presenza di alcun prodotto, manufatto o materia prima che risultasse composto anche con fibre o particelle di carbonio, circostanza dalla quale derivava l’inutilità, ai fini della valutazione di eventuali impatti ambientali (e sanitari), di ricercare fibre aerodisperse di carbonio.
Si evidenzia, per completezza di informazioni, che non è contemplato tra i parametri di valutazione della qualità dell’aria la presenza/assenza di fibre di carbonio e, pertanto, le strumentazioni (centraline fisse e mobili di monitoraggio della qualità dell’aria) non sono normalmente dotate di componenti utili a tale scopo. Tra l’altro si precisa che nemmeno le “Linee Guida nazionali (SNPA) per la Gestione delle emergenze derivanti da incendi” contemplano la ricerca di tale parametro.
Da quanto riportato si evince il corretto operato dell’Agenzia nell’ambito delle proprie competenze di monitoraggio e tutela dell’ambiente.

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