Si è svolta venerdì sera, presso la sala conferenze dell’ex Casa municipale di San Salvatore Telesino, l’assemblea pubblica promossa dal Comitato Civico “contro il termovalorizzatore” per informare le associazioni territoriali e i cittadini sulle prossime iniziative che il Comitato metterà in campo per rappresentare ai diversi livelli istituzionali ragioni e preoccupazioni sulla costruzione in valle telesina di un termovalorizzatore a biomasse.Prima del confronto tra i tanti rappresentanti delle associazioni, il portavoce del Comitato civico, Maria Pia Cutillo, nel ringraziare Mario Ascierto Della Ratta per la sua partecipazione ha inviato il consigliere regionale ad illustrare alla platea il senso della sua presenza.“Vorrei sin da subito precisare – ha dichiarato Ascierto – che sono qui da cittadino comune e da sannita che condivide nel merito una battaglia motivata dal buon senso e dalla logica. Poi, da consigliere regionale, di concerto con l’intera deputazione provinciale, sono certo che faremo sentire la nostra voce e rappresenteremo senza tentennamenti le ragioni del territorio. Un primo segnale di questa condivisione è l’aver concordato con la portavoce del Comitato e il presidente della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Campania, Michele Ragosta, un’audizione congiunta subito dopo il consiglio provinciale del 27 agosto. Infatti, dopo questa data i rappresentanti dei comitati civici di San Salvatore Telesino e San Marco dei Cavoti, delle associazioni locali e degli enti territoriali saranno ricevuti in audizione congiunta dalla III e dalla VII Commissione. A mio avviso, il progetto di costruzione di un termovalorizzatore a biomasse in provincia di Benevento – ha continuato Mario Ascierto nel suo intervento di apertura – è una scelta insensata per almeno due ordini di motivi: dapprima, con l’approvazione della nuova legge regionale sul ciclo integrato dei rifiuti si è stabilito che nel Sannio è opportuno incentivare la raccolta differenziata, prevedere al massimo un sito di compostaggio e un CDR. In secondo luogo, considerato che la provincia di Benevento produce soltanto il 5% dei rifiuti della Campania, l’ubicazione di un termovalorizzatore, seppur a biomasse, sarebbe un investimento industriale improduttivo ed antieconomico in quanto l’impianto non potrebbe funzionare più di quattro mesi l’anno”.Prima di lasciare l’assemblea, il consigliere regionale ha inviato tutte le associazioni e i rappresentanti del Comitato “ad essere uniti e compatti per dare così maggior forza alle oggettive motivazioni della loro opposizione”
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