Lombardia: via libera del Pirellone alla legge ordinamentale

Milano, 29 nov. (Adnkronos) – Tagli ai tempi della burocrazia, tutela ambientale, vicinanza ai territori e sviluppo del turismo: sono questi i principali temi contenuti nella seconda legge di revisione normativa ordinamentale del 2022 (Pdl 241), il provvedimento omnibus che è stato approvato dal Consiglio regionale della Lombardia nella seduta del 29 novembre a maggioranza (39 favorevoli, 19 contrari e 2 astenuti).

“Aggiornare, modificare, semplificare norme che riguardano tutti i principali settori delle politiche regionali: sono questi gli obiettivi delle leggi ‘ordinamentale’ e di semplificazione”, spiega Floriano Massardi (Lega), relatore del provvedimento. Uno degli ambiti della legge, composta complessivamente da 15 articoli, è la sburocratizzazione e il taglio dei tempi dei procedimenti perché, come sottolinea Massardi, “meno burocrazia significa più risorse per i territori. Pratiche certe e veloci, riduzione dei tempi di attesa e, in definitiva, una pubblica amministrazione efficiente e trasparente possono dare una mano a imprese e famiglie, soprattutto in un momento di crisi e difficoltà”.

La prima modifica prevede che la designazione del ‘rappresentante unico della Regione’ (Rur) in conferenza dei servizi possa avvenire attraverso un atto ‘interno’ del direttore di struttura e non più con un decreto del segretario generale della presidenza della Giunta regionale (art. 1 – modifiche all’art. 13 della L.R. 1/2012). Un’altra modifica normativa che va nella direzione di uno snellimento delle pratiche riguarda la predisposizione di un unico documento, la relazione annuale sull’avanzamento del programma regionale di sviluppo (Prs), con cui la Giunta approva e trasmette al Consiglio regionale entro il 30 giugno di ogni anno la relazione sulla performance e il piano dei risultati (art. 2 – sostituzione dell’art. 77bis della L.R. 34/1978).

L’innovazione nelle procedure comporta anche vantaggi per le imprese, come dimostra l’istituzione del ‘Registro unico regionale dei controlli in agricoltura e nel settore agroalimentare’ (Ruca). Uno strumento che punta a rendere più efficiente il sistema dei controlli eliminando la ‘duplicazione’ dell’attività di ispezione e accertamento. Ciò comporta una riduzione dei costi burocratici a carico delle imprese agricole e, di conseguenza, minori costi per le stesse. La ‘nuova’ normativa intende, inoltre, dare ai territori la possibilità di una maggiore autonomia strategica e decisionale, permettendo ai Comuni di regolamentare il transito dei mezzi agricoli non solo sulle strade agro- pastorali e su sentieri e mulattiere. Infine, un’attenzione particolare è rivolta alla possibilità istituire zone di protezione e ripopolamento ittico naturale e zone di tutela ittica (Art. 6 – modifiche agli artt. 4Ter, 59 e 139 della L.R. 31/2008).

I gestori degli impianti di recupero potranno presentare l’autocertificazione che attesta il possesso dei requisiti per ottenere lo ‘sconto’ dell’ecotassa (il tributo speciale per il conferimento in discarica dei rifiuti solidi) una volta l’anno e non più ogni tre mesi. Pertanto, i gestori potranno inviare a Regione Lombardia una sola autocertificazione annuale invece delle quattro trimestrali previste in precedenza. Ciò comporta un vantaggio sia per i privati, che potranno gestire una procedura burocratica più snella, sia per gli uffici regionali che potranno ridurre l’attività istruttoria (Art. 4 – modifica dell’art. 53 della L.R. 10/2003).

Altre modifiche riguardano le valutazioni di impatto ambientale (Via). Sulle variazioni, estensioni e adeguamenti tecnici di progetti già autorizzati e per i quali sono già state fatte valutazioni ambientali, si esprimerà la stessa autorità che ha effettuato le precedenti Via per evitare l’intervento di autorità differenti sulle medesime opere. Ciò per contenere un aumento dei tempi delle procedure di autorizzazione. Inoltre, nel caso di ‘grandi eventi’ si prevede che la Via possa essere assunta con deliberazione della Giunta regionale attraverso una valutazione che comprenda la tutela dell’ambiente, il governo del territorio e lo sviluppo economico, ovviamente dopo la necessaria attività tecnico-istruttoria svolta dagli uffici regionali.

Infine, le nuove disposizioni normative individuano come unica fase dell’iter di autorizzazione il ‘provvedimento autorizzatorio unico regionale’ (Paur) che contiene tutti gli elementi tecnici necessari per la redazione dello ‘studio di impatto ambientale’ (art. 10 – modifiche agli articoli 1, 2, 3, 4, 5 bis, 6, 8, e 15 bis della L.R. 5/2010). Per migliorare l’efficienza delle competenze di chi già lavora a progetti di istruzione e formazione professionale all’interno degli istituti di pena lombardi, si prevede di collegare la presenza dei soggetti esterni (cooperative, associazioni, ecc.) al tavolo di coordinamento e di indirizzo (Art. 13 – modifica all’articolo 10 della L.R. 25/2017).

Un altro obiettivo delle modifiche previste dalla legge di revisione normativa ordinamentale è dare un segnale di vicinanza ai territori e agli enti locali. Va in questa direzione la modifica relativa al rimborso regionale delle spese per i referendum comunali. In base alla nuova disposizione normativa non saranno più necessarie le deliberazioni dei Consigli comunali ai fini della presentazione della richiesta di rimborso, ma occorrerà, qualora l’esito referendario non sia favorevole alla fusione o al mutamento territoriale o di denominazione del Comune o qualora il presidente della Giunta non dia seguito alla richiesta del Consiglio comunale di avvio dell’iniziativa legislativa, solo una attestazione da parte del sindaco del Comune interessato.

Il provvedimento prevede l’introduzione del quorum del 25% per i referendum consultivi comunali e regionale, considerando che l’affluenza media a queste consultazioni referendarie è del 45%. L’articolo, infine, introduce la condizione secondo cui la richiesta di iniziativa legislativa non può essere riformulata dai Comuni prima che siano trascorsi sette anni dalla precedente consultazione referendaria con esito negativo. (Art. 3 – Modifiche agli articoli 7 quinquies, 9 bis e 9 ter della L.R. 29/2006).

Un altro strumento per garantire ai Comuni procedure più veloci e tempestive su un tema delicato come quello dell’emergenza abitativa è la modifica normativa che garantisce una maggiore flessibilità nella gestione degli alloggi sociali. La nuova norma intende porre rimedio a situazioni incoerenti che si possono verificare tra la presentazione della domanda e la successiva assegnazione degli appartamenti. Se in questo periodo si dovessero verificare variazioni nella composizione del nucleo familiare a causa di nascite, morti o provvedimenti dell’autorità giudiziaria, l’ente gestore potrà procedere direttamente all’assegnazione di una unità abitativa disponibile corrispondente alla nuova composizione familiare.

La nuova formulazione della norma prevede, inoltre, la possibilità di ampliare la possibilità di subentro nell’assegnazione – attualmente limitata alle ipotesi di decesso dell’assegnatario – anche ai casi di uscita volontaria dello stesso assegnatario dal nucleo familiare. Infine, la normativa interviene a sanare quelle situazioni in cui il familiare convivente non ha potuto esercitare il diritto di subentro per mancanza del requisito della convivenza continuativa con l’assegnatario o dell’autorizzazione all’ampliamento da almeno dodici mesi.

Si tratta di circa un migliaio di famiglie dell’Aler Milano e, nel complesso 1.500 su tutta la regione, compresi anche gli inquilini di immobili comunali. Pertanto, gli enti proprietari potranno procedere, su istanza di parte da presentare entro il 31 dicembre 2023, al riesame della posizione dei componenti dei famigliari dell’assegnatario, deceduto o uscito volontariamente dall’alloggio (Art. 9 – modifiche agli artt. 23 e 31 della L.R. 16/2016).

L’ultima modifica della legge ordinamentale intende supportare la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del turismo, un binomio inscindibile che in questo caso, spiega Floriano Massardi, “ha come obiettivo quello di far scoprire o riscoprire ai lombardi le nostre miniere dismesse, che rappresentano un patrimonio culturale e storico che va salvaguardato”. Per questo le miniere non più attive non saranno più sottoposte all’applicazione delle rigide norme di polizia mineraria a cui dovranno continuare a rispondere quelle attive. Questa modifica normativa consentirà ai siti minerari non più operativi di sviluppare e promuovere progetti turistici e culturali come, ad esempio, i musei e i parchi minerari, gli ecomusei, gli itinerari tematici o i trekking minerari (Art. 11 – Modifiche all’articolo 6 della L.R. 28/2009).

Sempre in tema di sostenibilità, la legge ordinamentale permette agli artigiani che vendono prodotti alimentari di propria produzione per il consumo immediato nei loro locali, di fornire ai clienti anche posate in metallo, bicchieri di vetro o tovaglioli in stoffa al posto del precedente obbligo delle posate monouso. Ciò per favorire un consumo consapevole, ecologico e plastic free, coerente con i principi di tutela dell’ambiente e di riduzione della produzione di rifiuti (Art. 8 – modifiche all’articolo 2, comma 2 della L.R. 8/2009).

Nel corso della discussione è intervenuta Alessandra Cappellari (Lega), presidente della commissione Affari istituzionali che ha varato il provvedimento omnibus: “La legge di revisione normativa ordinamentale è un provvedimento elastico, senza gabbie che ha come obiettivo quello di migliorare concretamente la produzione legislativa disboscando la selva normativa con un importante taglio ai tempi. Senza la legge ordinamentale, infatti, ogni modifica legislativa dovrebbe seguire un iter specifico”.

Marco Fumagalli (M5S) ha criticato il provvedimento sostenendo che “il provvedimento non è in grado di innovare la legislazione regionale, soprattutto in materia di politiche sanitarie, contribuendo a un taglio delle liste d’attesa”, mentre Carmela Rozza (Pd) ha posto l’attenzione sull’eccessiva rigidità nell’assegnazione degli alloggi popolari. “In tutta la regione – ha sottolineato – sono stati assegnati circa 1.300 appartamenti che rappresentano la capacità del solo Comune di Milano. Serve più semplificazione: bisogna eliminare la possibilità di ridurre di oltre il 20% i metri quadri che possono essere assegnati perché le dimensioni minime degli appartamenti non possono essere ulteriormente diminuite, dobbiamo prevedere un aggiornamento periodico delle graduatorie e, soprattutto, unificare le graduatorie dei Comuni e di Aler per avere un unico elenco di famiglie che possono accedere a un alloggio popolare, dobbiamo prevedere appartamenti specifici per disabili gravi e, infine, dobbiamo prevedere un periodo massimo di due anni di permanenze negli alloggi dei servizi abitativi transitori (sat) per avere sempre una disponibilità di appartamenti da destinare alle famiglie nei casi di sfratto”.

Sono stati ventuno gli emendamenti presentati. Di questi due sono stati considerati inammissibili e uno è stato ritirato. Dei diciotto sottoposti al voto dell’Aula sette sono stati approvati (cinque presentati da Floriano Massardi -Lega- uno da Riccardo Pase -Lega- e uno dall’assessore Bilancio e Finanza Davide Caparini), mentre undici sono stati respinti (tutti presentati da Carmela Rozza -Pd).

È stato, infine, approvato l’ordine del giorno presentato da Carmela Rozza in tema di subentro negli alloggi comunali che prevedeva modifiche all’articolo 18 del R.R. (regolamento regionale) 4/2017. l’assessore Davide Caparini ha impegnato la Giunta ad accogliere l’odg senza modificare il regolamento, ma attraverso una circolare.

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