Marcello Matarazzo, presidente provinciale del Circolo della libertà di Benevento

Tale risultato appare più significativo quando si analizzano le indicazioni di voto e i conseguenti risultati del coordinamento provinciale. Quando si scrivono le preferenze risulta notevolmente ridimensionato l’effetto Berlusconi, in favore della territorialità. Non ci vuole Archimede per leggere questi risultati. La Lega Nord, a parte alcune non condivisibili impostazioni (di cui alcune sicuramente strumentali), è un partito fortemente radicato sul territorio, con una spiccata identità, con una classe dirigente all’altezza della situazione che lavora con e per il territorio, come una squadra, come dimostrano i crescenti risultati elettorali e di governo. Quanto detto risulta ancora più evidente se analizziamo i risultati delle amministrative della nostra provincia che hanno decretato una contraddittoria sconfitta dei candidati di centrodestra, soprattutto nei comuni strategici e con più elettori, rispetto ai risultati europei. Deve aggiungersi, poi, che finalmente la popolazione campana e sannita si è svegliata dal torpore sfuggendo dal fallimentare “impero” bassoliniano e delle sue legioni e con il voto ha lanciato un segnale di discontinuità che, tuttavia, per produrre gli effetti sperati necessita a livello locale di una rimodulazione culturale di tutta la classe dirigente, la quale soffre ancora dell’esigenza egoistica di difendere rendite di posizione, in luogo dei reali bisogni del territorio che, se responsabilmente affrontati, assicurano anche la soddisfazione del merito personale, oggi invece sacrificato.La classe dirigente deve saper coniugare la qualità della politica e dei valori con i principi e i metodi che essa deve rappresentare. Se il PDL dovesse fondarsi sulle solite modalità ci troveremmo innanzi ad un nuovo non partito (che ho contestato anche duramente non senza ripercussioni politiche personali) che esisterà in quanto esiste Berlusconi e che quando il Presidente si defilerà si sbriciolerà senza attenuanti, dato che una classe dirigente inadeguata ha speranza pari a zero di dare un futuro a questo soggetto politico importantissimo, ma particolarissimo (il dato siciliano deve far riflettere). Nella nostra provincia dobbiamo darci una mossa, dobbiamo svegliarci dal torpore e da un dannoso immobilismo di fronte alla crisi dei valori e alla crisi economica: la politica ha una grande responsabilità sociale verso la crescita culturale, economica e sociale della collettività, per cui tutti dobbiamo lottare in favore di metodi democratici e meritocratici per sperare in una società migliore. La vera scommessa del PDL nel Sannio non è quella di costruire un partito di carta, ma quella di aggregare, non solo a parole, tutti intorno ad un progetto che abbia come obiettivo primario la crescita della nostra provincia e della nazione e non, come spesso è accaduto, la crescita del proprio orticello. Il cittadino con il voto non esprime semplicemente una preferenza per un candidato, ma esprime un desiderio di vedere soddisfatti i bisogni del territorio, in quanto esige risposte dalla classe politica e in mancanza, con il voto successivo, manderà altrettanti segnali di discontinuità ….. A chi giova questo modo di procedere ? Sicuramente non ai cittadini.Dobbiamo, pertanto, proporre nuovi modelli di comportamento opposti rispetto all’attuale modo di pensare e di agire basato sulla vuota esteriorità senza contenuti, in favore del vero sviluppo.Oggi viviamo un momento storico in cui la parola “crisi” ha assunto una posizione dominante. Dobbiamo, pertanto, mettere in discussione priorità e obiettivi, soprattutto se teniamo alla nuove generazioni che altrimenti pagherebbero, come è avvenuto per le precedenti, un conto salatissimo in termini di valori, attitudini e abitudini alla crescita. C’è bisogno di discontinuità, di quella vera, per vincere le resistenze dei privilegiati e dei furbetti, per rispondere al bisogno di merito. Un impegno decisivo a questo rinascimento etico deve venire dai vertici, dalla classe dirigente. E’ necessario mostrare con il proprio esempio quali sono i valori che contano davvero. Il centrodestra campano deve approfittare di questa voglia di cambiamento, perché è questa la vera scommessa, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali, fondamentali per sdoganare la popolazione da una mortificante arretratezza sociale, economica e culturale. Se così non fosse vi sarebbe solo discontinuità di schieramenti, non di contenuti. Se così non fosse, nonostante vi è la tendenza di salire sul carro del vincitore, per impostazione, coerenza e dignità sceglierei di starne fuori.Marcello Matarazzo

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