PIANO URBANISTICO COMUNALE, UN’ALTRA OCCASIONE PERSA PER LO SVILUPPO DI CEPPALONI

“Nel corso della seduta di Consiglio Comunale figurava tra i punti all’ordine del giorno l’adozione del PUC, previa discussione e votazione delle osservazioni pervenute all’Ente entro i termini (n.115) e fuori termine (n. 21, non discusse nemmeno), quindi in totale 136. Tra quelle esaminate sono state accolte ben 90. Successivamente hanno proceduto alla votazione per “adottare” il Piano Urbanistico Comunale (PUC) e il Regolamento urbanistico-edilizio comunale (Ruec). Questi i fatti. Bisogna subito far chiarezza su un punto: il PUC è stato adottato e non approvato, differenza questa sostanziale, in quanto l’approvazione è di competenza della Provincia, previa verifica di compatibilità con gli strumenti di pianificazione sovraordinati, quali piani provinciali e regionali, la conformità con la normativa regionale e statale vigente in materia. Per cui, l’iter di approvazione definitivo ci sembra ancora lungo ed insidioso. Alla luce ed in considerazione della struttura iniziale, delle numerose osservazioni accolte successivamente e all’insieme delle altre ragioni tecniche, vedi i parametri demografici, gli indici, indicatori vari alterati, che hanno consentito ai progettisti di individuare nuove aree edificabili perché supportate dai calcoli di fabbisogno edilizio, il PUC così risulta “sovradimensionato” e rischia di non essere approvato dalla Provincia entro i termini stabiliti dalla legge. Tenuto conto che l’anno prossimo ci sono le elezioni comunali, se i tempi si protrarranno, l’approvazione definitiva non avverrà con l’Amministrazione attuale, ma con un nuovo Consiglio. Per cui, al di là dei costi che potrebbero lievitare, il Comune potrebbe precipitare in un impasse urbanistico-edilizio senza precedenti e confini, altro che traguardo raggiunto! Nel caso in cui il PUC dovesse essere approvato entro i termini, assisteremo all’ennesima “deturpazione” del nostro territorio e del paesaggio nei prossimi decenni. A solo titolo informativo ricordiamo che tra l’adozione del PUC e la data effettiva di entrata in vigore scattano immediatamente le misure di salvaguardia, previste dall’art. 10 della legge regionale 16, che sono molto più restrittive o in egual modo al vecchio Piano di Fabbricazione. Se i tempi sono quelli che abbiamo visto, per la sola e semplice adozione del PUC, ben quasi tre anni dalla entrata in vigore della legge regionale 16 che imponeva ai Comuni di dotarsi di un piano urbanistico, e addirittura quattro anni e mezzo circa dalla data d’insediamento di questa Amministrazione solo per fare delle semplici modifiche, francamente non c’è di che ben sperare per il prosieguo. Tutto ciò genera dei dubbi leciti, riguardo il rispetto dei termini e delle scadenze di approvazione prefissate dalla legge, visti i precedenti e le conseguenze negative che si potrebbero ripercuotere sulla comunità. Basti pensare, inoltre, al tempo trascorso tra la data di approvazione della proposta di PUC in Giunta e la data di discussione delle osservazioni, oltre un anno e due mesi, quando la legge prevedeva solo appena cento giorni. Questo è il rispetto per la legge! Una legge che va e che viene, che si applica o si trasgredisce a secondo delle proprie convenienze. Ma noi vogliamo essere fiduciosi.E che dire sulle osservazioni pervenute fuori termine? Si è fatta come al solito confusione. E’ stato inutile accoglierle, impegnare i tecnici nei pareri per poi non esaminarle in Consiglio. Secondo noi, invece, andavano esaminate per dare un pari diritto a tutti i cittadini che in ritardo hanno appreso la notizia che al Comune fosse in itinere una procedura di formazione di PUC. Sarebbe stato utile prorogare i termini per la presentazione delle osservazioni, in modo da dare a chiunque, vista la scarsa pubblicità, la possibilità di presentare eventuali osservazioni, e non semplicisticamente demandare la decisione alla Provincia, che tra l’altro non ha competenza nello specifico, come sottolineato anche da uno dei redattori chiamato nel corso del Consiglio a fornire delucidazioni in merito. È vero, la legge parla di quaranta giorni per la presentazione. Però, visto che è tutto fuori termine, il Sindaco e suoi potevano con un atto di responsabilità decidere positivamente, al di là del merito tecnico. Forse, l’operazione non era opportuna politicamente …. Sconcertante e di difficile comprensione è l’esultanza da parte di qualche autorevole rappresentante dell’Amministrazione per il “tardivo ed effimero traguardo raggiunto?”. Inoltre, cosa di non poco conto, va sottolineato come l’iter procedurale di adozione del PUC è “illegittima”. In particolare la votazione in Consiglio Comunale riguardante le osservazioni delle schede della frazione Beltiglio si è svolta in mancanza del numero legale perché i Consiglieri Comunali presenti in aula erano sei e non sette (l’art. 31 dello Statuto prevede la presenza di almeno sette Consiglieri Comunali assegnati per far funzionare il Consiglio) in quanto il senatore ministro Mastella non è un Consigliere assegnato a questo Ente ma è il Sindaco e, quindi, non va computato, così come prevede il Testo Unico Enti Locali, tra i consiglieri comunali. Davvero anomalo e singolare è come su dieci Consiglieri eletti nelle file della maggioranza e presenti, più uno traghettato dall’opposizione (quindi ben undici Consiglieri), siano rimasti poi all’atto della votazione solo in sei o al massimo in sette sulle altre frazioni, in quanto questi ultimi risultavano essere incompatibili avendo degli interessi diretti, e quindi, si sono dovuti allontanare, visto che la legge vieta loro di partecipare. Altro che semplice prudenza! Un piano urbanistico comunale, carente sotto tutti i punti di vista, strutturale e programmatico, partorito e redatto nel chiuso del “palazzo” o di qualche notabile studio, e che non rispecchia e non recepisce assolutamente i veri bisogni ed emergenze della comunità. Basti pensare al mancato coinvolgimento della cittadinanza, alla scarsa partecipazione delle categorie economiche-professionali, sociali e culturali, ambientaliste, presenti sul territorio. Ci chiediamo: come si puo’ pensare di redigere il PUC che rappresenta lo strumento principe generale, in una realtà così piccola come è la nostra, senza tener conto di questa molteplicità di esigenze, di istanze, senza raccogliere suggerimenti ed aprire un confronto con i cittadini, con le forze economiche locali e con le associazioni? Non si riescono ad individuare facilmente, come accennavamo prima, neanche se e quali sono le disposizioni strutturali e quali quelle programmatiche, cioè quale progetto di sviluppo, quali linee strategiche e di crescita per il nostro territorio, per la nostra gente a lungo termine e quali sono gli interventi di programmazione che l’Amministrazione, invece, vuole attuare in un arco di tempo più breve.Da questa analisi, emerge chiaramente che la nostra comunità ha perso un’altra occasione per indirizzare, per programmare e pianificare secondo le proprie necessità e vocazioni naturali del territorio. Un’opportunità importante al vento, rispetto alla quale bisognava fare di più. Bisognava mettere da parte le ostilità, gli interessi, eventuali rammarichi personali e lavorare tutti insieme per il futuro di Ceppaloni, per un uso equilibrato e razionale del suolo, per una maggiore tutela dell’ambiente e del paesaggio, per un vero ed attuabile progetto di conservazione e valorizzazione dei centri storici, come fonte di attrazione per un ripopolamento del Paese, per una migliore qualità di vita, per dei servizi più efficienti a costi contenuti, per una crescita insomma secondo un modello di sviluppo sostenibile, ovviamente compatibilmente con leggi e piani vigenti. Invece, senza nulla togliere ai progettisti, si è scelta la strada dell’isolamento o si è trasformato il PUC in uno strumento di partigianeria, di faziosità. Sono stati usati due pesi e due misure: e ciò è inaccettabile, intollerabile, la Comunità è di tutti, non dei sempre soliti noti.Considerato tutto ciò, viene spontanea una domanda: qual è la motivazione vera che ha spinto il sindaco Mastella a portare in Consiglio uno strumento di programmazione urbanistica così importante, pur non avendo i numeri o una maggioranza qualificata in tutte le varie fasi, come il caso richiedeva, per approvarlo? Infine, non possiamo che condividere tutte le preoccupazioni manifestate da un cittadino ceppalonese riguardo la gestione amministrativa. C’è una sensazione diffusa di degrado e di abbandono generale, di malessere, di insicurezza per il futuro del nostro Paese e dei nostri figli. Bisogna invertire immediatamente la rotta per evitare, poi, che sia troppo tardi.Il Coordinamento Comunale Forza Italia di Ceppaloni

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