“Voglio rassicurare tutti coloro che non sono nati da queste parti ma che qui vivono e lavorano per contribuire allo sviluppo di questa terra che il Sannio non è terra di pulizia etnica. Al contrario, ha bisogno di attrarre energie nuove, cervelli, imprese. Quando si mette al servizio la propria esperienza e si riceve in termini di crescita personale da un territorio, si pensa a realizzare obiettivi generali come il bene comune.Qualcuno mi dà del supponente e mi accusa di rifiutare il confronto. La mia non è presunzione, ma una reazione al senso di distanza che avverto rispetto ai miei avversari. La discussione mi pare inutile, considerando che ci troviamo di fronte a due mondi diversi, a partire dall’interpretazione delle funzioni dell’Ente Provincia.Mi sento di affermare che qualcuno conserva una concezione “provinciale” della Provincia, considerata una istituzione “cenerentola”. Se ci si porta dietro questa idea si perde di vista tutto quello che è stato fatto per lo sviluppo del Sannio.L’Ente Provincia ha un ruolo strategico per questo territorio. Ad esempio, per quanto riguarda la Scuola, non si tratta di affrontare solo il tema delle risorse strutturali, seppur fondamentali.I tratti distintivi di una Scuola efficiente sono i laboratori, le biblioteche, la messa in rete, ma soprattutto le risorse umane, la formazione dei docenti, il loro rapporto con il territorio, la conoscenza del sistema in cui operano, le attività di sostegno e di supporto aggiuntivo, come le fondazioni.Chi dovrebbe occuparsi di tutto questo se non la Provincia?Purtroppo chi ha una ristretta concezione dell’Ente provinciale non ha una visione generale delle cose, al contrario di chi come noi ha un’idea di cultura che vuole rappresentare l’identità di un territorio.È compito della Provincia occuparsi di ricerca, tecnologia, attrazione di energie. In questo modo le idee già avviate si rafforzano e si sviluppano ulteriormente per completare il processo di costruzione di un Sannio moderno e di una società dinamica”.
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