Replica dei consiglieri Consales e De Minico al capogruppo Udeur

I due consiglieri di F.I evidenziano che, probabilmente il gruppo dell’Udeur, non abbia nemmeno letto l’interrogazione incriminata. Se l’avessero fatto, si sarebbero accorti che non era altro che una “civilissima” sollecitazione a procedere in tal senso, per evitare che si accumulassero altri ritardi. Perché, è bene ribadirlo,sottolineano Consales e De Minico,visto che si tende a spostare abilmente la polemica su altre questioni, che i ritardi della maggioranza, per quanto attiene la nomina della commissione edilizia integrata, non sono presunti, come dicono i consiglieri dell’Udeur, ma sono veri; sono un dato di fatto. Ancora oggi, a distanza di oltre un anno, tale commissione non viene ancora nominata e vi sono cittadini che hanno fatto investimenti e che aspettano, invano, che i loro progetti siano esaminati per poter essere autorizzati ai lavori. E a nulla serve il voler abilmente cambiare le carte in tavola adducendo il fatto che qualche giorno fa, se ne sarebbe parlato in commissione Affari Istituzionali e si sarebbe deciso di rinviare il tutto al mese di ottobre, che intanto già è entrato. Sarà anche così, ci saremo anche distratti, ma questo non influisce sul ritardo accumulato, né giustifica, in alcun modo, il tono e l’atteggiamento del capogruppo Udeur, teso a svilire, nei confronti della città, l’immagine e la funzione di consiglieri comunali che fanno della dignità il proprio punto di riferimento. Consiglieri comunali che fin quando si sono mostrati tolleranti, perché hanno ritenuto giusto concedere tempo all’amministrazione di potersi rodare, sono stati presi ad esempio per la loro moderazione e per il significato che hanno voluto sempre dare al ruolo dell’opposizione; nel momento in cui, invece, non riuscendo più a trovare alcune giustificazione, hanno dovuto sottolineare alcune carenze della maggioranza, allora non sono più da prendere ad esempio, anzi diventano demagoghi, pretestuosi, smemorati, nostalgici del potere perso, incapaci di porre in essere un confronto dialettico sul piano politico, senza cedere alla tentazione del colpo ad effetto o delle insinuazioni più meschine.

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