RISCHIO TAGLIO DEI PRESIDI DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE

La decisione, fino ad ora “congelata”, è improcrastinabile e seriamente drammatica per la popolazione sannita. Attualmente in servizio ci sono 141 medici, di cui 101 titolari e 40 sostituti, che riescono a garantire la funzionalità di 25 presidi di C.A. appena sufficienti per la copertura di tutto il territorio provinciale. Si ricorda che nel mese di giugno 2006, già vi è stato un taglio di 18 unità operative, passando così da 159 alle attuali 141, compromettendo ulteriormente la già precaria funzionalità dei 25 presidi. Appare ingiusto penalizzare la popolazione sannita determinando per Decreto Regionale la riduzione del numero dei Medici in servizio e di conseguenza del numero dei Presidi di Continuità Assistenziale, a tutto vantaggio delle aree metropolitane della Regione Campania. Infatti, a fronte di un numero totale di Medici di C.A. di tutta la Regione che rimane invariato, si aumenta il numero di quelli che operano nelle realtà a più alta densità abitativa, già ampiamente servite da Ospedali pubblici e privati, a danno di una netta riduzione (40 Medici) degli addetti operanti nelle zone interne. L’applicazione della DGRC 1570/04 comporterebbe, in definitiva, una completa disgregazione di questo fondamentale servizio sanitario, posto da sempre a salvaguardia dei soggetti più deboli, gli ammalati, non garantendo più i livelli minimi di assistenza a tutti i cittadini dell’intero territorio della ASL BN/1. Si deve considerare infatti, che: la competenza territoriale dei presidi si allargherebbe a dismisura; la nostra Provincia è disomogenea dal punto di vista geomorfologico con zone montuose e con obiettive difficoltà di collegamento determinate da una viabilità a dir poco precaria; la popolazione è sparsa ed in prevalenza anziana; vi è assoluta carenza di strutture ospedaliere. Da non sottovalutare che, in tali aree, il presidio di CA oltre a garantire le urgenze, rappresenta motivo di sicurezza e tranquillità per tutti i cittadini sapendo, dovessero averne bisogno, di poter contare su un medico disponibile anche di notte e nei giorni festivi. Basti pensare al Fortore e a quelle tante realtà periferiche che resterebbero ulteriormente isolate dal punto di vista sanitario. Inoltre, appare strano come questa Regione che a parole dice di voler favorire lo sviluppo della medicina del territorio, nei fatti, poi, determina esattamente l’opposto.Infine, gravissime sarebbero sicuramente anche le ripercussioni occupazionali: 40 medici sanniti, da anni in servizio come precari, perderebbero di colpo il proprio diritto al lavoro. Per tutte queste oggettive motivazioni, per far si che la popolazione sannita non venga ulteriormente a soffrire la mancanza assoluta di prestazioni sanitarie primarie, l’Ordine dei Medici di Benevento chiede alla ASL BN/1 e alla Giunta Regionale di non mettere in essere quanto previsto dal DGRC 1570/04, dichiarandosi fin d’ora disposto a difendere i diritti dei cittadini del Sannio, soprattutto di quelli più bisognosi, cioè i malati. Il Presidente Dott. Vincenzo Luciani

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