SANITA’: ALLARME CARENZA MEDICI FAMIGLIA, PROPOSTA DA GIOVANI CAMICI BIANCHI

L’allarme è noto: nei prossimi 5 anni 45 mila medici di famiglia andranno in pensione senza poter essere sostituiti e circa 14 milioni di italiani potrebbero rimanere senza dottore di fiducia, secondo le stime della Fimmg, il maggiore sindacato del settore. Ma oltre a questo “si assiste a proposte al ribasso che mirano a mortificare l’importanza di una formazione specifica in ambito di medicina generale, spesso per mal celati interessi di natura sindacale”, denunciano il Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) e Simeg Dipartimento della Medicina Generale in una nota congiunta.

In proposito i giovani medici hanno formulato un documento programmatico sviluppato in 5 punti, inviato al ministro della Salute, Giulia Grillo e alle direzioni ministeriali interessate. L’obiettivo del documento è che, scrive l’associazione, “possa fungere da stimolo sia per l’apertura di una discussione costruttiva, sia per la ricerca e l’elaborazione di soluzioni fattive e concrete nell’ambito delle Cure Primarie”.

Tra le proposte del documento la possibilità dei medici di famiglia, per compensare un’area carente, di superare il numero massimo di pazienti oggi previsto. Ma anche la previsione di facilitazioni in termini di graduatoria per chi si è formato in un’area carente (come oggi avviene per la residenza), in modo da favorire, al termine del percorso formativo, la possibilità per il medico di medicina generale neodiplomato di ottenere la titolarità nella sede in cui ha svolto la formazione.

“A coronamento di questo documento – spiegano i giovani medici – vorremmo oltremodo sottolineare che, così come siamo convinti che non sia possibile pensare a delle Cure primarie forti senza medicina generale, riteniamo al contempo che sia necessario un cambio netto della medicina generale, a partire dalla Formazione specifica in medicina generale meritevole di un percorso di formazione accademica, affinché diventi capace di formare professionisti funzionali ad operare all’interno di cure primarie ispirate ad un modello di Comprehensive Proactive Primary Health Care”.

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