Scuola. Il Governo farà di tutto per evitare una chiusura generalizzata”. Intervista di Affari Italiani al sottosegretario Sasso

Siamo al terzo giorno dalla riapertura delle scuole dopo le vacanze di Natale. Il bilancio è positivo? “Abbiamo compiuto un primo, importante passo, cioè ripartire regolarmente con la didattica in presenza. Ora, però, il lavoro sulla scuola deve proseguire per fare in modo che l’anno scolastico vada avanti come da calendario e che a studenti, insegnanti e lavoratori sia garantita la massima serenità possibile. Ci saranno momenti complicati, lo sappiamo, ma l’impegno del Governo non verrà meno: la scuola in presenza e in sicurezza è una priorità”.  E’ questa in sintesi la prima parte dell’intervista di Affaritaliani.it al sottosegretario dell’Istruzione Rossano Sasso.

Quante sono in Italia le classe in quarantena in percentuale? “Il ministro Bianchi nella conferenza stampa tenuta con il presidente Draghi ha quantificato gli assenti perché positivi o in quarantena fra i docenti al 6%, mentre fra gli studenti ammontano al 4,5%. I Comuni che hanno deciso di non riaprire le scuole, invece, sono solo circa il 3%, anche se ovviamente ci sono differenze tra i vari territori a seconda della situazione pandemica”.

Qual è la regione più colpita dalla quarantena? “Il dato è a macchia di leopardo a livello nazionale, ma anche all’interno di singole Regioni. Ci sono realtà maggiormente sotto pressione sul fronte dei contagi e delle ospedalizzazioni in cui i sindaci hanno disposto più chiusure, penso ad esempio ad alcune province della Sicilia o al Molise. Ma mi lasci dire che ritengo importante il segnale dato dal Governo impugnando il provvedimento della Regione Campania, che non rispettava i requisiti di legge: contrariamente a quanto accadeva nel recente passato, è stato posto un solido argine al susseguirsi di decisioni estemporanee da parte di singoli territori. Non si andrà più in ordine sparso”.

Esclude il ritorno generalizzato alla Dad? “Bisogna continuare a osservare l’andamento della pandemia e a seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. La Dad può aiutare ad arginare situazioni particolarmente complicate per un breve periodo e in un determinato territorio, ma sicuramente il Governo farà di tutto per evitare una chiusura generalizzata. Lavoriamo ogni giorno con questo obiettivo in mente”.

Non crede che le misure Covid per la scuola dell’infanzia, tutti in quarantena 10 giorni per un solo caso, siano troppo stringenti? “Dobbiamo pensare che per i più piccoli non c’è ancora possibilità di vaccinazione e che si sta in classe senza mascherina e senza distanziamento, perché a quell’età è fondamentale per la crescita anche il contatto fisico con l’altro. Quindi i rischi di contagio sono più elevati”.

Come il ministero dell’Istruzione intende tutelare i 300mila bambini e ragazzi DVA? “La tutela degli studenti disabili è costantemente al centro delle mie riflessioni, non solo perché mi onoro di una delega specifica da parte del ministro Bianchi ma perché la ritengo un principio inderogabile di un Paese civile e di una scuola inclusiva. La didattica in presenza è fondamentale soprattutto per questi studenti, che relegati in casa dietro a un pc rischierebbero di disperdere i progressi fatti grazie al prezioso supporto degli insegnanti di sostegno e a una quotidianità fatta di interazione e scambio con i propri compagni. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare loro e le loro famiglie. E non lo faremo”.

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