Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana dal 24 febbraio a 2 marzo “un aumento del 33% dei casi” e “numeri in crescita sul fronte di ospedali
e terapie intensive” a fronte della “vertiginosa accelerazione impressa dalle varianti, si continua a temporeggiare inutilmente nell’istituire zone rosse locali”.
“Già da settimane segnaliamo le spie rosse di un’aumentata circolazione del virus – avverte Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – la cui forte accelerazione sta di fatto avviando la terza ondata.
Ma i tempi di politica e burocrazia sono sempre troppo lunghi e le zone rosse locali arrivano quando la situazione ormai è sfuggita di mano”.
“Il primo Dpcm a firma Draghi non segna affatto il cambio di passo auspicato: il sistema delle Regioni ‘a colori’ resta di fatto immutato, così come le misure per la maggior parte delle attività produttive e commerciali. E a pagare il conto più salato, come sempre,
è la scuola”, avverte Gimbe.
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