E’ in edicola il 16esimo numero del quindicinale Realtà Sannita diretto da Giovanni Fuccio.

Benevento è una città tranquilla” titola così l’apertura a firma di Silvia Rampone.

Mario Pedicini con il suo editoriale “Chiarezza” scrive: “Le fibrillazioni in seno alla compagine che amministra il Comune di Benevento si arricchiscono ogni giorno di nuovi capitoli. Quello più clamoroso, ed anche francamente inesplicabile, è quello che scaturisce da un una frase riportata in un comunicato del sindaco e riferita al rapporto con un consigliere, già presidente di commissione, che al sindaco pare impossibile da proseguire per via di una incompatibilità “umana”. Proprio così: umana. Non personale, caratteriale, ideologica, no: umana”. Quindi Pedicini ammonisce: “Basta con gli assessori che parlano e firmano e con i dirigenti accucciati come cagnolini o ringhiosi come bulldog. Servono direttive di massima. Come è stato possibile che una commissione si sia riunita in otto mesi per 120 sedute, ognuna delle quali distribuisce il pur misero gettone? E nessun componente dei partiti “rigorosi” non abbia fiatato? Dopo essersi arrabbiato, il sindaco proclama di essere sacerdote di una “idea mite della politica”. Al cittadino – chiosa l’editorialista – interessa che sindaco, assessori e consiglieri abbiano una idea “rigorosa” dei metodi amministrativi e delle relazioni tra gli organi di indirizzo e gli organi amministrativi, che sono – tra l’altro – gli unici titolari della emanazione di atti e provvedimenti aventi rilevanza esterna. Dalla ricognizione di tutti gli atti emessi dai dirigenti si può risalire alla necessaria chiarezza della gestione Mastella”.

Questo, inoltre, il sommario dei principali articoli pubblicati: “De Girolamo: addio politica, ora lavoro con Giletti e domani chissà… forse alla Rai?”, lunga intervista all’ex parlamentare azzurra di Gino Pescitelli; “Trentennale Edizioni Realtà Sannita. Nasce la Collana Studi Giuridici ed Economici” di Annamaria Gangale; “La bontà dei vaccini non si discute” di Giancarlo Scaramuzzo; “Giornate Fai, passeggiate d’autunno. Alla scoperta delle bellezze nascoste del rione Triggio” di Lucia Gangale; “Arriva il nuovo comandante dei carabinieri” di Antonio Florio; “Il cartello sta sempre là” fotodenuncia di Realtà Sannita; “Serata di poesia e musica in ricordo di Lorenzo Vessichelli” di Giovanna Reveruzzi; “La nuova alleanza tra scienza e fede” di monsignor Pasquale Maria Mainolfi; “Italiani pigri e in sovrappeso” di Annamaria Gangale; “Ritorna la festa di San Gaspare del Bufalo di Nicola Palazzo.

Paginone sul Benevento Calcio a cura di Gino Pescitelli e Andrea Orlando, con le splendide foto a colori di Arturo Russo.

Spazio come sempre al comprensorio sannita-irpino: “Pietrelcina. Ritorna a novembre il premio internazionale Padre Pio” di Miriam Masone; “Verso le comunali del 2020. Telese va rifondata” di Carlo Franco; “A Paduli si lavora per una città del futuro” di Giancarlo Scaramuzzo; “Vitulano, Sarà bonificata la discarica di Monte Cappella” di Nicola Mastrocinque; “Inaugurato a Cassano Caudino il Monumento ai Caduti” di Massimo Pedicini.

E ancora le consuete e attese rubriche: “Oltre le mura” Elio Galasso, che con l’articolo “Sporcizia incipriata” narra: “Nel Seicento, camminando per Benevento, una melma sottile colava dalle case, entrava nelle scarpe. Pratica la protezione suggerita da un turista dai lunghi capelli ricci venuto da Roma, l’abate Giovan Battista Pacichelli: “ciò che più spicca di dentro alle vie di Benevento non troppo maestose, anzi lorde, è che conviene usarvi piccioli zoccoli. Nessuno ci aveva pensato, eppure nelle case non c’erano acqua e servizi igienici connessi alle fognature, e gli zoccoli non costavano granché. La gente gettava rifiuti da porte e finestre senza farsene un dramma, era uno dei pochi divertimenti di una vita di melma. Correva il 1685, zoccoli agli uomini raccomandava perciò Pacichelli e un mazzolin di fiori alle signore per difendere il naso dai fetori. Soluzione più raffinata escogitò invece in quello stesso secolo la nobiltà parigina: non sprecare acqua e sapone, non lavarsi più, ma avvolgere il corpo in ciprie, parrucche, profumi. Da quella soluzione sembra sia scaturita la consuetudine beneventana di imbellettare la sporcizia con erbe e fiori”.

Quindi, “Sesto Potere” di Carlo Delasso; “Appunti al volo” e “Protagonisti al traguardo” di Mario Pedicini; infine spazio all’ilarità con la “sgrammaticata” missiva dell’emigrante “Ti sono quasimente scritto questa lettera” di anonimo.

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