Farese sui debiti del Comune: “Vogliamo chiarezza, non risposte dal sapore di barzelletta”

A qualcuno forse sembrerà una tematica di poco conto, ma per noi si tratta di un quesito di importanza vitale. A quanto ammontano realmente i debiti del Comune di Benevento? Mi stupisce e rincresce leggere risposte sarcastiche alle nostre richieste di chiarimento. Negli ultimi giorni a colpi di note stampa abbiamo provato a far luce sulla questione, ma come risultato abbiamo ottenuto risposte dal sapore di barzelletta. Ma adesso basta, ci decidiamo a fare i seri? Spero che questi signori capiscano che non siamo all’interno di un videogioco ma nella vita reale. Che a rischio c’è il futuro della nostra amata Benevento. Non mi sembra il momento di scherzare o usare sarcasmo. Noi, così come i cittadini, siamo stufi delle chiacchiere da bar.

Il 21 scorso si è celebrato l’ultimo (ce lo auguriamo di vero cuore) Consiglio comunale della gestione Pepe-Del Vecchio, senza che venisse chiarita la situazione finanziaria del Comune. Anzi, ulteriori dubbi si sono aggiunti ai precedenti, poiché non sono stati riconosciuti altri debiti fuori bilancio, per circa 20 milioni.

Per la verità, stando ai dati del 2014, consultabili sul sito del Ministero dell’Interno, il Comune di Benevento risulta già essere un ente strutturalmente deficitario, e il Ministero dell’Interno non ha ancora approvato il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale (seconda edizione), il quale, però, alla luce della precedente osservazione sui debiti fuori bilancio, non dovrebbe essere più credibile. E, pertanto, sempre tecnicamente, il Comune potrebbe essere già qualificato “in dissesto”.

Dal punto di vista numerico, secondo i dati raccolti da noi del Movimento, l’indebitamento totale del Comune è salito dai 128,1 milioni del 2008 (di cui 98,6 per finanziamenti), ai 148 milioni del 2014 (di cui 107,9 per finanziamenti). Non si conoscono, ovviamente, le cifre alla fine del 2015.

Eppure, quand’anche il Comune di Benevento non fosse sottoposto a quanto previsto dall’articolo 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, sarebbe cosa buona e giusta se il Sindaco provvedesse a redigere tale Relazione. Anzi, sarebbe il minimo.

E poi non rappresenta interesse anche del candidato Sindaco del PD conoscere quale sia la effettiva situazione che eventualmente si troverebbe a gestire? Oppure preferirebbe soggiacere alle conoscenze contabili del Sindaco uscente?

Il dato politico, comunque, è assolutamente evidente. Il PD si rivela un partito lacerato. Tre suoi esponenti, per pavidità o calcolo politico, hanno impedito l’approvazione, procurando un notevole danno, che graverà altresì sulla prossima amministrazione, da chiunque sia retta. «Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi». Se sono ora in una condizione di tregua armata cosa accadrà dopo?

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