Ius Scholae, la posizione del PD Sannio

La proposta di legge sullo «Ius Scholae», in questi giorni in discussione in
Parlamento, è divenuta, come prevedibile, terreno di scontro tra le forze di Governo. Il
presidente Draghi si dichiara fuori dalla questione in quanto non fa parte del programma di
governo; le forze di destra, seppur non sempre compatte e formalmente non dichiaratesi
contrarie alla questione di principio, stanno nei fatti ostacolando l’iter: da una parte facendo
serpeggiare il ricatto morale della crisi di governo o mettendo la questione in finta
competizione con i “problemi reali e urgenti” del Paese, dall’altra presentando numerosi
emendamenti (quasi 500) che ne rendono quasi impossibile l’approvazione.
Il PD, da parte sua, è tra i più convinti sostenitori della proposta, la quale ha
l’obiettivo di rinnovare finalmente la legge sulla cittadinanza Italiana ormai risalente a 30 anni
fa (legge 5 febbraio 1992, n. 91) e non più adatta a regolare un contesto totalmente cambiato.
Lo Ius Scholae intende conferire il diritto alla cittadinanza italiana a tutti i minori nati in
Italia, o entrati nel Paese entro il compimento dei 12 anni di età, che abbiano sostenuto
almeno un ciclo di studi di 5 anni.
«La legge del ’92 – questa la posizione del segretario del PD Sannio Giovanni
Cacciano – è anacronistica: uno Stato Europeo, moderno e all’avanguardia, come il nostro
aspira ad essere, non può più permettersi di attendere. Nelle nostre scuole ci sono circa un
milione di minori italiani che la legge non riconosce come tali. Tutelare i loro diritti sarebbe
una questione lineare che potrebbe affrontarsi in Parlamento con rapidità, ma le destre, come
sempre intimorite dal cambiamento (peraltro già socialmente metabolizzato), adducono
motivazioni pretestuose e di facciata per conservare regole che nel mondo reale non esistono
già più. Lo Ius Scholae non è alternativo a nessun impegno contro le emergenze sociali,
sempre e comunque al primo posto nell’agenda del PD. Occuparsi quotidianamente e in
maniera sollecita dei problemi urgenti del Paese, non significa trascurare i diritti. Tanto più in
un momento storico in cui il calo demografico è divenuto un serio problema e va affrontato in
maniera organica, una politica di legalità ed inclusione può rappresentare una vera
ricchezza».
«È compito anche delle segreterie di partito portare all’ordine del giorno in ambito
locale discussioni di più ampio respiro: questo contraddistingue un partito forte ed europeo da
uno effimero e destinato a non rappresentare le generazioni future»

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