L’arte non si ferma sui social. Tre italiani omaggiano il surrealismo di Santiago Ribeiro con un video dai risvolti antropologici

Voce suadente e misteriosa dell’attore italiano Maurizio Bianucci che ha preso parte a serie importanti e di successo come Suburra, a numerose pièces teatrali e fictions RAI che declama la poesia nella versione italiana dal titolo “Profluvi” del poeta siciliano Vincenzo Cali’, mentre quella inglese dal titolo “Flows” è declamata dalla giornalista Annalina Grasso, il quale incornicia di parole inquiete e stranianti le opere dell’artista internazionale, fondatore del movimento “New Surrealism Now”, Santiago Ribeiro, le cui opere scorrono a Times Square, New York, il qualche ci mostra come probabilmente saremmo qualora liberassimo totalmente il nostro inconscio e le nostre pulsioni: nudi e ciechi, non davvero liberi, ma smarriti, euforici, non felici.

L’arte di Santiago è stata, è e potrebbe essere ancora una visione delle menti di ognuno di noi, soprattutto in questo momento storico, fatto di lockdown, didattica a distanza, distanziamento fisico che generano in noi ansia e stress, paura per il futuro, angoscia. Cosa potrebbe esserci dentro le nostre menti stremate dalle restrizioni e al contempo dal timore del contagio? Una voglia di liberarsi delle vesti del cittadino perbene, dell’homo civile, cristiano, razionale, snobbando il libero arbitrio, e seguire solo il proprio istinto, la parte oscura di se; sfogarsi. Vivere in una società come la immaginava e auspicava il marchese De Sade dove non ci possono essere punizioni, né processi per le azioni malvagie, in quanto l’uomo segue ciò che fa la Natura che crea e distrugge.

Tuttavia il video attua ciò che si chiama eterogenesi dei fini, ovvero, attraverso “la visione di quello che potrebbe essere se”, ci induce ad aspirare ad altro e a renderci sempre più consapevole della contraddizione tra la necessità e il bene e, ritrovando il fondamento vero della dignità e del valore di noi esseri umani, per non essere né ciechi, né nudi e vagare nella perenne incertezza, bensì appellandoci all’impersonale che è presente in ciascuna persona per superare le scavalcare le nostre ansie e paure. L’arte con il supporto della tecnologia, ci aiuta a farlo, anche a distanza, mostrandoci quanto possiamo essere simili in questo momento.

 

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