Luigi Ruscello: “Le spese per la cultura e il turismo nel bilancio comunale di Benevento”

Si parla e si scrive di cultura e di turismo a più non posso e, vista l’intenzione del nuovo Assessore: “Subito gli Stati generali della Cultura”, come riportato da Il Sannio quotidiano del 20 luglio, con questo intervento vorrei contribuire a rendere più concreto il dibattito, trattando delle spese comunali dedicate, da un lato, alla cultura e ai beni culturali, e, dall’altro, al turismo.
La fonte dei dati è costituita dai quadri nn. 4 e 5 del conto consuntivo, così come pubblicati sul portale del Ministero dell’Interno. Ho ricostruito, quindi, la serie più lunga possibile, cioè dal 2004 al 2014 perché, pur essendo presenti i dati fin dal 1998, mancano quelli del 2003.
Tanto premesso, è bene precisare che ho considerato i pagamenti effettuati, cioè le somme effettivamente erogate dal Comune, le quali, in gergo tecnico, sono eseguite in conto competenza, riferentesi cioè al medesimo esercizio in cui sono state iscritte a bilancio, e in conto residui, cioè relative a cifre stanziate negli anni precedenti.
È subito da osservare che il totale generale, degli 11 anni considerati, ammonta a 20,5 milioni di euro, di cui 17,8 per le spese correnti, cioè quelle che servono alle normali attività di esercizio, e 2,6 milioni per le spese in conto capitale, cioè di carattere durevole negli anni: gli investimenti.
Per quanto riguarda questi ultimi, si registrano pagamenti solo per 3 voci su 10:
1,76 milioni per acquisizione di beni immobili;
0,12 milioni per acquisizione di beni mobili (si dovrebbe trattare del Presepe di Dalisi);
0,75 milioni per conferimenti di capitale (dovrebbe rappresentare il conferimento per il patrimonio della “Fondazione Benevento Città Spettacolo”. Al riguardo, sarebbe interessante conoscere i rendiconti annuali.).
Per quanto concerne i pagamenti correnti, invece, è da rilevare che solo il 42% dei fondi (7,4 milioni) è stato destinato alla prestazione di servizi, cioè la vera e propria attività caratteristica, non utilizzando a pieno però il plafond degli impegni, che era previsto per una cifra ben maggiore: 9,7 milioni. Seguono poi, e ciò è particolarmente rilevante, gli oneri straordinari di gestione con ben 6 milioni circa, pari quindi al 34% del totale. I costi del personale, pari a 3,2 milioni, rappresentano invece il 18%. Le altre tipologie dunque incidono in misura trascurabile, anche se gli interessi passivi e oneri finanziari diversi, con i circa 654mila euro complessivi, costituiscono il 3,67% del totale.
La spesa corrente media annua per la cultura e i beni culturali, dunque, è risultata pari a 1,6 milioni di euro. Ove, invece, si considerino solo le spese correnti per prestazioni di servizi, cioè quelle più significative, si ottiene un valore annuo di circa 680mila euro (677.613,89).
A questo punto è lecito chiedersi cosa abbiano rappresentato sul totale generale le spese per la cultura. Ebbene, le spese correnti corrispondono al 2,98%; mentre, quelle in conto capitale all’1,05%. Se si considerano solo le spese correnti per prestazioni di servizi, il peso percentuale scende al 2,49%.
L’analisi fin qui condotta, tuttavia, sconta la negatività di tenere presente solo il totale generale. È opportuno, allora, approfondire l’esame, esplorando almeno l’andamento annuale.
In merito agli oneri straordinari di gestione, è da osservare che essi, dopo aver raggiunto il massimo di 1,4 milioni nel 2008, sono andati progressivamente scemando fino a quasi scomparire nel 2014 (4.998,72 euro).
Anche i costi del personale hanno un andamento simile, perché salgono fino al 2009, raggiungendo i 386mila euro, per poi attestarsi a 258mila nel 2014.
Il comparto più corposo e importante, ossia le prestazioni di servizi, dopo l’assoluta insignificanza del primo triennio e la modestia del 2007, palesa un’esplosione nel biennio 2008/09, con cifre superiori al milione di euro (1,6 nel 2008 e 1,3 nel 2009), superato anche nel 2013 con 1,1 milioni. Negli altri anni (2010, 2011, 2012 e 2014), la cifra è abbastanza stabile, presentando una media annua di circa 693mila euro.
Un’ultima notazione, molto, ma molto negativa, riguarda le spese relative alle funzioni nel campo turistico, cioè servizi turistici e manifestazioni turistiche. Al riguardo, osservo che è bene stendere un velo pietoso, poiché dal 2004 al 2014 mancano del tutto le spese in conto capitale; mentre, quelle correnti sono state pari ad appena 505.155,18 euro, cioè lo 0,15% del totale generale delle spese correnti. Di tale cifra il 70% è stato speso in soli 4 anni su 11: 117mila nel 2008, 141mila nel 2010, 55mila nel 2013 e 90mila nel 2014.
Al paziente lettore le conclusioni.”

 

Luigi Ruscello

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