MARADONA ED IMBRIANI, IL RICORDO DEL FRATELLO GIANPAOLO

Da piccolo restavo a bocca aperta le volte che Carmelo raccontava di quello che succedeva nel centro Paradiso quando il protagonista era Maradona.
Mio padre mi aveva raccontato di averlo visto scendere dalla Lamborghini del 10 argentino, in compagnia di altri 2/3 compagni di squadra ed i loro borsoni, dopo un passaggio che gli aveva risparmiato non più di 100 metri.
Ancora rido, invece, le volte che il suo migliore amico mi racconta di una telefonata. La solita di Carmelo ricevuta ogni sera dal Centro Paradiso interrotta poi da un: “aspè ti passo un amico”, “Hola, soy Maradona”. “Se vabbuò!” In effetti non capita tutti i giorni di parlare con Maradona al telefono.
Ci avevo provato anch’io un giorno ad avvicinarmi a lui per raccontargli di Carmelo. Mi ero infiltrato tra i giornalisti di fronte all’ospedale di Buenos Aires dov’era ricoverato suo padre e quando l’ho visto arrivare non ho fatto altro che mostrargli la maglia con su l’immagine di mio fratello. Mi ero accontentato del cenno che gli avevo visto fare al di la del finestrino. Ai miei occhi sembrava una benedizione. Era comunque la mano de dios quella che vedevo muovere.
Oggi ci stringiamo al dolore che ha travolto la famiglia Maradona, pur sapendo che non è abbastanza e ci uniamo a quello striscione apparso in Argentina: “Non mi interessa cosa hai fatto nella tua vita. Grazie per quello che hai fatto nella nostra”.
Spero possiate incontrarvi lassù! Lo faresti felice!
Gianpaolo Imbriani

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