Pesci e lucertole nel menù di Ciro il piccolo dinosauro campano «Il fossile meglio conservato al mondo»

…Ecco l’ultima pappa di Ciro, il piccolo di dinosauro della specie Scipionyx Samniticus che nel 1980 venne trovato nella laguna pietrificata di Pietraroja, in provincia di Benevento.

A fare l’importantissima scoperta sono stati i paleontologi del Museo di Storia Naturale di Milano che hanno condotto una vera e propria autopsia hi-tech sui resti fossili del dinosauro, vissuto 110 milioni di anni fa, ricostruendo la struttura dell’intestino sino a rinvenire, appunto, i resti delle ultime prede ingerite.

Tra le altre, le dimensioni della zampa di lucertola, certamente troppo grande per essere stata cacciata da Ciro «ci fanno ipotizzare che il dinosauro – osserva il paleontologo Cristiano Dal Sasso, uno degli scienziati dell’equipe che ha studiato lo Scipionyx – non abbia catturato le prede, ma che i suoi genitori lo abbiano nutrito con parti procurate da loro».

Insomma, una serie di esami durata ben cinque anni e tra i quali ci sono stati sia una tac eseguita presso l’Ospedale Maggiore di Milano sia analisi al microscopio elettronico, oltre a numerose foto scattate con luce normale e ultravioletta. Cosa, quest’ultima, che ha consentito di «vedere dettagli anatomici di tessuti molli mai visti prima in un dinosauro, fino a livello della singola cellula», sottolinea il paleontologo Simone Maganuco.

Gli studiosi hanno anche avuto conferma delle ipotesi secondo le quali Ciro era morto solo pochi giorni dopo essere uscito dal guscio. «Nel suo cranio – osserva difatti lo scienziato – è ancora visibile la fontanella, proprio come nei nostri neonati». Insomma, è stata ricostruita la tragedia che la famigliola di dinosauri visse all’epoca del Mesozoico: il cucciolo, di poche settimane, capace già di camminare sulle zampe posteriori e lungo quasi cinquanta centimetri (una volta adulto avrebbe raggiunto il metro e mezzo di lunghezza e avrebbe avuto un peso variabile tra i 15 e i 20 chilogrammi), si era allontanato dalla madre e a causa di un’onda di piena causata da un uragano venne inghiottito dalla melma della palude che in quel periodo copriva l’area del beneventano.

Il rinvenimento fortunoso di Ciro nel 1994 (venne scoperto in una cava dove si stava effettuando un grosso sbancamento), fu salutato come una delle scoperte più importanti mai fatte perché consentiva agli scienziati di aprire una finestra sulla conformazione orografica della Campania di molti milioni di anni fa.

«Ciro – ricorda Maria Fariello, l’archeologa della soprintendenza di Salerno, Avellino e Benevento, allora responsabile del territorio – all’inizio appariva più come un fossile di uccello, poi venne individuato come dinosauro dal paleontologo Giorgio Terruzzi che lo riconobbe tale dalla zampa a tre unghie. La zona di Pietraroja è eccezionale per i paleontologi».

E infatti, in quella che oggi si presenta come una laguna pietrificata, si ritrovano fossili di pesci importantissimi per lo studio di quella era geologica.

IL MATTINO

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