Terremoto Ischia: Ciro, il mio primo pensiero è stato Dio.

Resta adesso l’angoscia di un futuro incerto: “Dove andremo? – chiede Ciro -. I nostri giochi, i nostri oggetti. Abbiamo perso tutto”. Intanto il piccolo eroe dice di voler guarire in fretta, rimettersi completamente per tornare ad essere un bambino come tutti gli altri: “Voglio tornare a giocare nel campetto fuori casa mia, stare con i miei amici, andare in spiaggia , correre come se non ci fosse un domani”. Le ultime parole di Ciro sono rivolte a Marco de Felici, il vigile del fuoco del nucleo speciale Usar del Lazio: “grazie che mi hai dato coraggio – dice Ciro -, grazie per avermi regalato la targhetta. Andremo sicuramente a mangiarci la pizza insieme. Se non fosse stato per te, per voi io sarei morto sicuramente”.(ANSA).

ARTICOLI CORRELATI