CAMERA PENALE DI BENEVENTO IN VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE DI C.DA CAPODIMONTE. IL REPORT DEL TOUR NELLA STRUTTURA CARCERARIA

Anche quest’estate la Camera Penale di Benevento, con una propria delegazione composta dal Presidente Avv. Simona Barbone, dal Segretario Avv. Nico Salomone e dalla componente della Scuola di Formazione, Avv. Benedetta Masone, unitamente all’Osservatorio Carcere dell’UCPI, nella persona del Responsabile regionale, Avv. Giovanna Perna, ha visitato la Casa Circondariale di Benevento-Capodimonte.
Grazie alla disponibilità e alla guida del Direttore, Dr. Gianfranco Marcello, e del Comandante della Polizia penitenziaria, Dr.ssa Linda De Maio, oltre che del personale di polizia penitenziaria, la delegazione ha fatto ingresso nei reparti femminile, maschile, media sicurezza, alta sicurezza e protetti, oltre che nelle articolazioni sanitarie e in altri locali, quali magazzino, cucine, lavanderia, sartoria, aree adibite all’attività scolastica (scuola dell’obbligo, istituto alberghiero, corso di dattilografia, etc.).
Rispetto alla capienza attuale di 261 unità, sono presenti in Istituto 376 detenuti. Il personale di polizia penitenziaria consta di 244 agenti, tra posizioni apicali, dirigenti, ispettori, sovrintendenti e agenti assistenti, e tra questi ultimi v’è una carenza di circa venti unità in organico. Il personale civile dei funzionari giuridico-pedagogici (educatori) consta di sole sei unità ed è una carenza molto seria che non consente la concreta realizzazione del cd. “trattamento intensificato” per i detenuti, che dovrebbe permettere loro di vivere il carcere all’esterno della singola cella, impegnati in attività rieducative e di recupero. L’Istituto garantisce attività scolastica (scuola dell’obbligo, istituto alberghiero ed altri corsi di formazione, partecipazione al progetto Università Federico II di Napoli e ad esami a distanza) e lavorativa; all’interno è presente una sartoria che negli ultimi anni è stata ampliata e dotata di macchinari all’avanguardia. Più limitata è l’attività trattamentale di tipo culturale e ricreativo, demandata come sempre alla buona volontà dei volontari che pur organizzano eventi teatrali e cinematografici. I locali palestra interni ai reparti sono desueti e sostanzialmente inutilizzati.
Le celle, sebbene l’ormai “fisiologico” affollamento, appaiono in condizioni mediamente accettabili e solo in qualche caso, ai limiti delle misure ritenute “umane”, secondo i criteri individuati dalla CEDU, dalla giurisprudenza di legittimità e dalla legislazione nazionale. I detenuti dei piani superiori lamentano la carenza di acqua calda dovuta in parte all’utilizzo eccessivo di docce legate al periodo ed in parte a problemi tecnici che la Direzione ha opportunamente segnalato e la cui soluzione dipende unicamente dallo stanziamento di fondi che stentano ad arrivare.
L’istituto di recente ha attivato un servizio e-mail per le comunicazioni con i detenuti ed ha implementato, per i colloqui, l’utilizzo delle videochiamate, pur avendo ripristinato il sistema ordinario delle visite post emergenza pandemica.
La vera criticità della Casa Circondariale di Benevento è nel settore sanitario: non v’è continuità assistenziale poiché non è assicurata la presenza in Istituto costante di un medico generale costante, cosicchè le urgenze in alcuni casi sono demandate alla guardia medica esterna. L’articolazione psichiatrica è praticamente priva di uno psichiatra fisso che si occupi con continuità dei detenuti con disagio neuro-psichiatrico. Il DSM garantisce la presenza di uno psichiatra a rotazione all’interno dell’Istituto solo per tre giorni alla settimana e per un turno di sei ore (8,00-14,00), assolutamente insufficiente. L’articolazione sanitaria e psichiatrica inoltre è priva di autonomia strutturale, è situata al fianco del reparto media-sicurezza e con equipe a rotazione. La direzione dell’Istituto ha chiaramente piena consapevolezza della situazione che è stata più volte segnalata all’ASL di Benevento ed anche denunciata alle autorità competenti in relazione ad episodi maggiormente critici.
Il Carcere di Benevento insomma appare ancora una volta un istituto penitenziario che tra le mille difficoltà della carenza di fondi, personale, strutture e la scarsa attenzione della Politica e delle Istituzioni, si muove lungo una linea di buona gestione e impegno che garantisce ascolto e detenzione sopportabile, con l’urgenza però non più rimandabile di provvedere da parte delle autorità sanitarie competenti a garantire una concreta assistenza psichiatrica, e sanitaria in generale, degna di un Paese civile.

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