Acqua Benevento, Lega: “Inascoltati i nostri appelli. Dimissioni ad horas dei vertici della GESESA”

“Un fulmine a ciel sereno per i cittadini l’ordinanza con la quale il sindaco vieta l’utilizzo dell’acqua a fini potabili per la maggior parte del territorio comunale ma non per la GESESA, società che gestisce il servizio idrico a Benevento dal 1992, e per l’amministrazione comunale. La vicenda tretracloroetilene infatti tiene banco da alcuni anni e nonostante le rassicurazioni non se ne vien e a capo”.

A denunciarlo sono il segretario cittadino della Lega avv. Alberto Mignone e il segretario provinciale avv. Luigi Bocchino.

Questa volta la questione assume aspetti drammatici, se neanche l’utilizzo a seguito di bollitura è vietato! Eppure solo il 25 ottobre scorso è stata presentata dal nostro rappresentante in Consiglio Comunale interrogazione urgente, ma inascoltata, con la quale chiedevamo accertamenti ed esami per procedere finalmente alla bonifica della falda acquifera contaminata da tetracloroetilene, che serve il Rione Libertà, il Rione Ferrovia ed il Centro Storico e zone limitrofe, oggi tra quelle colpite dall’ordinanza sindacale.

Fa ancora più rabbia – continuano gli esponenti della Lega – pensare che già nel Giugno 2019 il Sindaco comunicava la imminente fornitura di acqua dai pozzi di San Salvatore Telesino che, invece, a quanto pare, non sono stati ancora completati, nonostante i finanziamenti ricevuti e nel successivo mese di Luglio 2019 si concludeva la prima fase del Piano di Caratterizzazione, imposto dalla Legge, che accertava la contaminazione della falda acquifera suddetta e veniva, pertanto, definito il programma della seconda fase che prevedeva ulteriori e più specifici accertamenti. Temiamo che ci siano responsabilità gravissime.

Qualcuno ha ignorato il documento che veniva approvato dalla Regione Campania in data 31/07/2020 e prevedeva una serie di esami, controlli, prelievi, studi sulle cause dell’inquinamento, da effettuarsi entro il 31 Gennaio 2021.

Ad oggi tale attività di controllo non è neppure cominciata, come confermato dalla Regione Campania, a quanto reso noto dall’amministrazione comunale perché “non sono stati stanziati i soldi necessari (pari ad €70.000) per gli accertamenti di competenza dell’ARPAC. E allora, da quanto tempo i cittadini sono realmente a contatto con la nociva sostanza? Come si scongiurerà il diffondersi di complicazioni da uso prolungato dell’acqua contaminata? Chi risarcirà gli esercenti delle zone colpite dal divieto di utilizzo ed i loro dipendenti per il disagio?

Senza volere alimentare sterili polemiche in un momento così drammatico, non ci si può esimere dal domandarsi quali politiche abbiano perseguito nell’ambito delle risorse idriche della città il Sindaco Mastella, l’ex Presidente della Gesesa Abbate e quello attuale Russo e perché nonostante gli avvisi precedenti non si siano attivati, ciascuno per quanto di competenza, per la risoluzione della grave problematica.

Se è una questiona economica, fa rabbia che vengono stanziati fondi pubblici per sagre ed eventi vari prima di impiegare le risorse per salvaguardare la salute dei cittadini: vergogna! Forse non sanno, oppure fingono di non sapere, che la Gesesa da quando è intervenuta Acea non ha speso un euro in investimenti e non dà conto di nulla. Anche rispetto alla vicenda in essere, come altre, è stranamente silente ed omissiva: basti controllare la prima pagina del sito web: la notizia non è neanche riportata!

Se la “mission” di Gesesa è esclusivamente quella di fungere da “sponsor” dell’amministrazione comunale mediante accensione di qualche lampadina dinanzi a qualche monumento della città ovvero l’intervento nell’abbattimento di qualche obbrobrio manufatto e l’apposizione di un logo sulla maglia della squadra di calcio, non serve. Oltretutto mortifica i tanti dipendenti stimati e competenti dell’azienda, coinvolti incolpevolmente e loro malgrado in vicende che esulano dalla loro attività.

Dignità e soprattutto senso di responsabilità vorrebbe che quantomeno il Presidente attuale di GESESA si dimettesse per acclarata incapacità e che il Comune intervenisse nei confronti del gestore del servizio idrico a muso duro, senza valutare tornaconti politici, per risolvere il problema definitamente e nell’esclusivo interesse dei cittadini, che ancora nel 2022 non meritano di diversi approvvigionare dalle autobotti come avveniva sessant’anni fa! Se poi non gli amministratori locali non hanno la capacità o la voglia di farlo, è inevitabile che gettino la spugna unitamente a chi hanno collocato al vertice dell’azienda inadempiente”.

Luigi Bocchino Alberto Mignone

Coordinatore Provinciale Segretario Cittadino

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