An su mastellismo

E’ appena il caso di ricordare che casopoli-gate non nasce da “castelli sul niente” bensì da palazzi romani, catastalmente identificabili, ancorati su solide fondamenta. Comprare case romane non è un sacrificio né un sacrilegio, ma se le metodologie di acquisizione interessano i media nazionali, non distanti dalla sinistra politica, fino a farne una campagna stampa, aprire le porte alla riflessione non può provocare interventi così irritati. Sarebbe addirittura irriguardoso nei confronti dei cittadini elettori-contribuenti, far finta di nulla per sottrarsi al dovere di rendere manifesto ciò che accade. Non privo di significato politico è la circostanza che sia proprio l’Espresso, periodico dell’ingegner De Benedetti, prima antiberlusconiano che prodiano, ad aver acceso i riflettori su operazioni immobiliari, fornendo dettagli che confermano l’esistenza della casta.L’intervento del dottor Maiatico, non contribuisce a fare chiarezza né sgombra il campo dalle ipotesi che ragioni politiche sono sottese all’accrescimento patrimoniale della classe dirigente della sinistra, sul territorio romano, per sostenere i costi della politica se non anche attraverso il versamento di una maggiore Ici alla Città di Roma.Il tempo sarà giudice se l’antimastellismo pagherà. Allo stato possiamo rilevare che, però, il mastellismo esiste e che, a volte, si realizza immobilizzandosi. Il nostro territorio da tempo ne ha avvertito la presenza attraverso azioni e reazioni di cui l’ex sindaco Viespoli se ne è reso interprete. Il concetto di mastellismo si è ampliato fino a stimolare l’interesse della comunità scientifica. Così, per rendere piena giustizia al mastellismo, sembra opportuno dare spazio a chi ha ritenuto definirlo una nuova materia di studio che, addirittura, ha indotto docenti universitari di teoria e tecnica della comunicazione pubblica, ad inserirlo in uno studio di settore sfociato in un’apposita pubblicazione dell’editore Ediesse dal titolo “L’imbarbarimento del linguaggio politico. L’attacco, l’insulto, la fiaba, il mascheramento, il mastellismo”. Non amiamo sfuggire ai doveri dell’autocritica e dell’indagine introspettiva per capire le ragioni degli ultimi risultati elettorali. Vogliamo, però, distinguerci da chi confonde la mobilitazione popolare con la propria mobilità, i valori negoziali con quelli della politica, il potere con il podere.Tredici anni di governo della città hanno generato accrescimento istituzionale, culturale e patrimoniale dell’ente Comune, accompagnato dalla formazione di una classe dirigente pronta a sostituire l’attuale ingombro politico e dar voce ai tanti elettori che, oggi, hanno preso coscienza dell’errore commesso consegnando la città in mani istituzionalmente inesperte ed incapaci. Sui ruoli della politica, non accettiamo lezioni dal dottor Maiatico che, invece, invitiamo a dedicarsi alla lettura del testo che ne tratta l’imbarbarimento. 5 settembre 2007L’ufficio stampa del gruppo consiliare di AN – Benevento

ARTICOLI CORRELATI