Benevento, il giallo dei 2 corpi ritrovati «Sepolti da almeno dieci anni» Ipotesi: commerciante scomparso nel \’99

Un giallo per ora alle prime battute con un finale tutto da ricostruire. Ammesso che si riesca a ricostruire identità e moventi di questo duplice omicidio. Un compito non facile tenuto conto del tempo trascorso, che attenua ricordi, alibi e rende problematiche le ricostruzioni.

Le indagini partite sabato riprenderanno questa mattina condotte dagli uomini della Squadra Mobile diretti dal vice questore Giuseppe Moschella. Si punterà a dare concretezza ad alcune ipotesi investigative.

Prima fra tutte si riprenderà quel fascicolo contenente tutti gli atti riguardanti la scomparsa del commerciante Enrico Soricelli 36 anni, di Apice. Su questa scomparsa in questi anni si sono fatte molte ipotesi.

Ma nessuna pista concreta ed è rimasto il mistero. Alcuni dati acquisiti, subito dopo il ritrovamento, infatti hanno fatto ipotizzare che possa trattarsi proprio del corpo dell’uomo scomparso nell’agosto del 1999 dal suo paese. Innanzitutto le ultime tracce di Enrico Soricelli si arrestano proprio a Montesarchio, dove davanti a un bar era stata rinvenuta la sua auto Opel Vectra.

La data della scomparsa e compatibile con l’ipotesi fatta dal medico legale Fernando Panarese, che ha ipotizzato che i resti sono stati collocati in quel posto in un periodo che va dai dieci ai dodici anni. Poi nella terra sono stati trovati dei chiodi adoperati dagli ortopedici ed a quanto pare (ma l’elemento è tutto da verificare) Enrico Soricelli aveva fatto ricorso ad un ortopedico.

Ma anche un’eventuale identificazione dell’uomo lascia nel profondo mistero il nome della donna che era nella stessa fossa. Infatti se vi sono scomparse di sesso maschile, mancano nominativi di donne che hanno fatto perdere le loro tracce.

Si tratterebbe dunque di una persona proveniente da altra zona, che avendo rapporti con un sannita sarebbe stata uccisa e poi sepolta nei pressi di Montesarchio. Un nascondiglio perfetto senza dubbio. E infatti per oltre dieci anni nessuno ha notato nulla. Tra l’altro si era ipotizzato anche la creazione in quell’area di una discarica che se realizzata avrebbe finito con il rendere impossibile qualsiasi scoperta dei resti. Meno fondata l’ipotesi che il corpo potrebbe essere quello di Italo Coppolaro 30 anni, di Tocco Caudio.

La scomparsa infatti in questo caso risale ad oltre venti anni fa.

L’identificazione dei due corpi è il primo enigma da chiarire. Solo dopo si potranno ipotizzare moventi per cercare di individuare gli spietati killer. Si è anche ipotizzato che la zona di Montesarchio abbia offerto solo una tomba per un delitto commesso in altre zone.

Senza dubbio anche questa è un ipotesi plausibile, ma in ogni caso data la difficoltà di accesso al luogo dove sono stati occultati i cadaveri vi doveva essere qualcuno molto pratico della zona. Un occultamento che avrebbe visto all’opera più persone, tenuto conto che l’ultimo tratto di strada deve essere percorso a piedi, come hanno sperimentato gli stessi inquirenti costretti a raggiungere la zona non senza difficoltà.

I resti dei due corpi, rinvenuti alla periferia di Montesarchio in località Tora, sono ora presso la sala mortuaria dell’ospedale «Rummo». Sono stati selezionati dal medico legale Fernando Panarese che insieme agli uomini della Squadra Mobile e della polizia scientifica, per tutto il pomeriggio di sabato hanno effettuato una minuziosa ricognizione non solo sul luogo del ritrovamento, ma anche sulle ossa rinvenute.

Nelle prossime ore gli investigatori che sono gli uomini della Squadra Mobile e il sostituto procuratore della Repubblica a cui verrà affidato l’incarico di coordinare le indagini, dovranno delineare un iter di adempimenti per portare alla possibile identificazione dei due cadaveri. Un’identificazione indispensabile per poi risalire ai responsabili di questo duplice omicidio.

Il primo adempimento è quello di prelevare dai denti gli elementi per poter effettuare l’esame del Dna. Questo esame porta a stabilire il sesso. Poi con questi elementi scaturiti dal Dna si può ottenere un altro dato essenziale. Infatti comparando i risultati del Dna con il profilo genetico dei familiari dello scomparso si può giungere all’identità.
Una via dunque questa del Dna obbligatoria per poter aver delle certezze. Un esame i cui tempi non sono brevissimi.

Inoltre si può anche puntare sul coinvolgimento di un antropologo o di un istituto specializzato per tentare di ricostruire i dati somatici del viso dei due cadaveri. Partendo dai teschi infatti vi sono dei programmi grafici che consentono di ricostruire il viso in laboratorio. Una sorta di identikit più dettagliato. Anche questo importante tenuto conto che si potrà poi comparare con le foto degli scomparsi della zona, sempre nella ipotesi che almeno uno dei due sia legato al territorio sannita.

Inoltre sempre a livello di accertamenti medico legali si potranno utilizzare i chiodi rinvenuti. A prima vista appaiono resti di un intervento ortopedico. Quindi bisognerà stabilire se gli scomparsi, su cui si è concentrata l’indagine, hanno subito tali tipi di interventi. In questa fase chiaramente sono essenziali anche le dichiarazioni che potranno rendere i familiari degli scomparsi che, nelle prossime ore, saranno ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile che stanno effettuando le indagini.

 

IL MATTINO

Lunedì 23 Maggio 2011 – 13:42 Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Maggio – 10:59

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