Dopo Pasqua 6 studenti su 10 tornano in classe.

Dopo Pasqua 6 alunni su 10 rientreranno nelle loro classi, pari a 5,3 milioni, quasi 4 milioni in più rispetto alle ultime settimane. Il ritorno a scuola in presenza come priorità del momento, messa in chiaro dal premier Draghi, avrà l’effetto di riportare sui banchi milioni di alunni fino ad oggi in didattica a distanza. La nuova mappa dal 7 aprile vedrà infatti 3,2 milioni di studenti (il 37,6%) che continueranno a seguire in dad da casa (erano 6,9 milioni nei giorni scorsi) e 5,3 milioni nelle aule, pari al 62,3% (erano solo 1,6 milioni).

Un anticipo di rientro si avrà già martedì prossimo, 30 marzo, nel Lazio, quando 687mila ragazzi delle scuole(fino alla terza media) lasceranno la dad per il cambio del colore della regione che da ‘rossa’ passerà all”arancione’. Al tempo stesso però oltre mezzo milione di alunni toscani e 285mila calabresi andranno in zona rossa.

Nello specifico – i calcoli li fa Tuttoscuola – dovrebbero essere dunque 5.296.519, gli alunni di scuole statali e paritarie che potranno seguire le lezioni in presenza su un totale di 8milioni e 506mila. I dati comprendono anche circa un milione e 400mila bambini di scuola dell’infanzia da settimane esclusi dalle attività educative in presenza a scuola. Le regioni più interessate da questa riapertura in presenza sono la Lombardia con 785.910 in presenza (e 615.903 in dad), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in dad), la Campania con 484.731 (e 460.262 in dad), la Toscana con 265.966 (238.650 in dad), il Veneto con 373.003 in presenza (307.093 in dad). Con la quasi totalità degli alunni in presenza (82-83%) le Isole: la Sicilia con 614.891 e la Sardegna con 170.004.

Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 906.011 alunni della scuola secondaria di I grado (il 52,9%) e parzialmente in alternanza al 50% 407.304 studenti delle superiori (il 14,6%). Scuole chiuse fino a Pasqua in Abruzzo, Molise e Basilicata, anche se sono ‘zone arancioni’, ma subito dopo le vacanze pasquali c’è l’intenzione di riaprirle. Al contrario in Trentino la Giunta provinciale ha deciso di riaprire nidi, scuole dell’infanzia e scuole elementari già da lunedì 29 marzo, pur prevedendo che il governo confermerà, almeno per i prossimi 7 giorni, la ‘zona rossa’. La Provincia di Bolzano, ‘arancione’, con i dati epidemiologici in netto miglioramento, conferma la didattica in presenza nelle elementari e medie e porta avanti il progetto pilota dei test nasali ‘fai da te nelle scuole’. Dopo Pasqua, questo l’obbiettivo, i tamponi dovrebbero essere estesi a quasi la totalità delle scuole.

Intanto la relazione del Cnel al Parlamento rivela che per oltre 10,8 milioni tra bambini e studenti dal livello pre-primario all’università si registra una perdita di giorni/scuola pari a quasi un quarto di anno scolastico e che la perdita di apprendimenti è stimata per gli studenti italiani in oltre il 30%. L’impatto del ‘learning loss’ è stato a sua volta stimato in una perdita di PIL dell’1,5% annuo per il resto del secolo.

A raffreddare gli entusiasmi sul rientro a scuola oggi è stato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. “Non è una decisione” la riapertura delle scuole fino alla prima media dal 7 aprile, “il Governo non ce l’ha ancora comunicato. Ce lo comunicherà ovviamente se i dati si abbassano, non credo che se i dati restano questi sarà aperta di nuovo la scuola”, ha avvertito. Ma il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi la pensa diversamente: “Finalmente parole di chiarezza sulla scuola da parte del Governo: Draghi, Bianchi e Speranza hanno detto che la scuola deve essere una priorità, ultima a chiudere e prima a riaprire”, plaude il presidente David Lazzari, che sostiene la necessità che la riapertura sia prossima.

(ANSA).

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