INTERROGAZIONE PARLAMENTARE FRANCESCO CARUSO PER IL BLOCCO DELLE AUTORIZZAZIONI E DEI LAVORI DELLE CENTRALI DI REINO E SAN SALVATORE TELESINO (BN) E P

Le “biomasse” fanno parte tradizionalmente del bagaglio ambientalista incampo energetico.Intese in senso proprio, cioè materiali vegetali prodottida coltivazioni dedicate, si possono considerare effettivamente energiarinnovabile, anche se occorre sempre tener presente che spesso ciò comportala riduzione di terreno coltivabile per l’alimentazione umana, col rischiodell’incentivazione della coltivazione no food, con grandi consumi diacqua, una trasformazione pericolosa dell’agricoltura del territorio e unascarsa redditività.In questo senso le “vere biomasse” sono state catalogate nella leggeitaliana dal DPCM 8 marzo 2002 allegato III, , “Individuazione dellebiomasse combustibili e delle loro condizioni di utilizzo”. Tuttavia vi è anche un uso distorto del termine “biomasse”, su cuifurbescamente giocano le aziende che vogliono lucrare su questo nuovobusiness: in questa accezione vengono considerati “biomasse” tutti gliscarti e i rifiuti che contengono un certo tenore di sostanza organica,cioè di carbonio e che per questo vengono visti dagli “energetisti” comecombustibili; “biomasse” sono quindi i rifiuti urbani e tutti i rifiutispeciali non inerti che contengano una percentuale di carbonio tale dadeterminare un potere calorifico di almeno 1500 kcal/kg. A partire da quest’ambiguità, in più occasioni abbiamo già assistitoall’importazione presso le centrali a biomasse di migliaia di tonnellateannue di rifiuti speciali, ingannevolmente definiti “biomasse”. In alcnicasi, come nel caso della Centrale a biomasse di Bando di Argenta, sonodovuti intervenire addirittura i reparti del Noe dei carabinieri di Bolognanell’ottobre del 2006 per sequestrare l’impianto al termine di accertamentiche avrebbero evidenziato come l’impianto era diventato nei fatti un vero eproprio divengano inceneritore. Se non ritenga il ministro opportuno procedere ad un blocco delleautorizzazioni delle centrali in questione, per predisporre nel contempo unmonitoraggio e una moratoria degli impianti in via di autorizzazione, perprocedere con attenzione alla stesura di linee guida che permettano nonsolo di scegliere con maggior ponderatezza la dislocazione di similiimpianti, che nei casi sopracitati sono i meno opportuni sotto il punto divista ambientale, paesaggistico ed economico, ma soprattutto di impedireche in Italia, in Calabria e nel Sannio, si continui passivamente adassistere al suddetto “imbroglio delle biomasse”.

ARTICOLI CORRELATI