L’ambasciatore beneventano Zazo: “La riapertura dell’ambasciata a Kiev è segno di speranza”

L’Italia ha riaperto la sua ambasciata a Kiev e “da lunedì 18 aprile è pienamente operativa”.

Il ritorno del diplomatico italiano era atteso subito dopo Pasqua, ma l’ambasciatore “è già operativo e dalla prossima settimana sarà al lavoro con le istituzioni ucraine per la diplomazia e per arrivare almeno a un cessate il fuoco”, ha aggiunto Di Maio, ricordando che l’ambasciata italiana era stata “tra le ultime a lasciare la capitale ucraina ed è ora tra le prime a tornarci”.

“La riapertura della nostra Ambasciata a Kiev rappresenta per noi un momento emozionante e di speranza ad oltre cinquanta giorni di distanza dall’inizio del conflitto. Come evidenziato dal Ministro degli Esteri Di Maio, la riapertura della nostra sede è un gesto simbolico ma che queste Autorità apprezzano molto.

Oggi ci sentiamo ancora più vicini al Governo e al popolo ucraino e continueremo ad assistere al meglio i nostri connazionali”, ha sottolineato l’ambasciatore di origini beneventane Pier Francesco Zazo.

In  un videocollegamento dall’Unità di crisi, scrive il titolare della Farnesina ha poi ringraziato Zazo e il suo staff “per il coraggio e la dedizione”, anche nel lavoro svolto a Leopoli in queste settimane: “C’erano 2000 italiani” da evacuare, “ne sono rimasti 139”.

Il ritorno a Kiev “è il simbolo dell’Italia che crede nel dialogo”, ha insistito il ministro, spiegando che riaprire l’ambasciata significa “essere vicini alle autorità ucraine ma anche perseguire la strada della giustizia per i tanti civili uccisi”.

Nei prossimi giorni l’ambasciatore sannita Zazo sarà in visita proprio in quelle aree attorno alla capitale dove la ritirata dei russi ha fatto emergere violenze, morte e orrori di ogni genere. “Le atrocità sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono civili e bambini uccisi, uno scenario apocalittico”.

Ma al momento “l’Italia non ha gli elementi per verificare se in Ucraina stia avvenendo un genocidio”, ha detto Di Maio.

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