Moretti:”Il gioco delle fake. Sondaggio falso su amministrative”

《Nella giornata di ieri è circolato un articolo falso su un presunto sondaggio che darebbe Lugi Diego Perifano addirittura vincente al primo turno delle prossime amministrative del 3 e 4 ottobre.
Si tratta di giochetti vecchi della vecchia politica: lanciare una civetta palesemente falsa che, nel mentre viene sbugiardata, intanto circola per influenzare artatamente l’opinione pubblica.
Smettiamola, per favore.
Sul sito del Governo, sezione sondaggi elettorali, campeggia un avviso in rosso:
《A partire dalle ore 24 di venerdì 17 settembre 2021 e fino alla chiusura dei seggi elettorali, compreso l’eventuale turno di ballottaggio, è vietata la pubblicazione dei sondaggi politico-elettorali, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28 e dell’articolo 7, comma 3, del “Regolamento in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa” allegato alla delibera AGCOM n. 256/10/CSP del 9 dicembre 2010 (superamento della soglia del 25% del corpo elettorale nazionale). Rimane salva la possibilità di consultare sul sito www.sondaggipoliticoelettorali.it i sondaggi già pubblicati e inseriti nel periodo precedente a quello del divieto, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del medesimo Regolamento》.
Quindi non esistono sondaggi recenti, affidabili e verificati su Benevento.
Certa stampa farebbe bene a non inquinare la campagna elettorale con ricostruzioni fantasiose basate solo sui risultati desiderati dal ceto politico del 1996 che non si rassegna.
Noi ArCo sappiamo che la realtà è molto diversa, che c’è qualcosa di nuovo e competente che in città è già “un fatto politico”.
I nostri sondaggi li facciamo ogni giorno, in strada, parlando con le persone, guardandole, chiedendo un voto maleducato e un voto di libertà, un voto discontinuo.
Queste elezioni non sono “Amministrative”, sono politiche.
Benevento deve scegliere: o i volti, il governo, il metodo degli ultimi 25-30 anni, oppure il nuovo modo di guardare e fare politica, a partire dalle competenze e dalla forza di chi, oltre ad essere più giovane, sta puntando al “governo del fare”, piuttosto che su quello dell’affare》.

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