On. Costantino Boffa in visita al carcere di Benevento

Si è poi discussa la questione della semplificazione e velocizzazione delle procedure per l’accesso dei detenuti alle cure sanitarie. 
“A questo proposito – dichiara l’on. Costantino Boffa – mi farò promotore di un incontro con l’Asl di Benevento, l’Azienda Ospedaliera e la Direzione del carcere per sottoscrivere una convenzione tesa ad accelerare i tempi per l’effettuazione delle visite mediche specialistiche ai detenuti”.

“Quanto accaduto ieri porta a 18 il conto dei detenuti che hanno scelto di togliersi la vita nelle carceri italiane dall’inizio del 2010 – aggiunge il deputato. Un dato enorme che mette in evidenza ancora una volta la necessità di affrontare concretamente il tema dell’emergenza carceri in Italia. Sono infatti circa 66.000 i detenuti ospitati nei 206 istituti di pena dislocati lungo la nostra penisola e questo a fronte di una capacità complessiva di accoglienza che, da regolamento, non potrebbe oltrepassare la soglia stimata di 43.087 detenuti. Siamo dunque oltre la soglia massima di tolleranza. Un’emergenza che investe l’intero territorio nazionale e che mette in luce quanto le condizioni di vita carceraria siano al momento troppo lontane da quei requisiti minimi di civiltà degni di un paese come l’Italia.
Il problema del sovraffollamento va poi a sommarsi alla nota carenza di personale di polizia penitenziaria la cui pianta organica è fissata per legge in 45.121 unità, eppure nel 2009 gli agenti realmente impiegati nelle strutture carcerarie italiane sono stati  solo 39.000. Mancano all’appello dunque ben 6.000 unità.
Come rilevato inoltre dalle tante e diverse associazioni e sindacati operanti nel settore, al problema della quantità di risorse utilizzate per assicurare alla popolazione carceraria un trattamento adeguato alle esigenze, va ad aggiungersi il tema di una maggiore presenza nelle case penitenziarie di personale idoneo a prevenire ed intuire tempestivamente comportamenti volti all’autolesionismo e alla violenza.
Alla luce di quanto appena esposto appare dunque non più procrastinabile un impegno concreto per far fronte all’attuale situazione di emergenza. Si punti dunque all’aumento della pianta organica del personale di polizia penitenziaria, di psicologi ed assistenti sociali. Si rifletta inoltre sull’opportunità di ampliare il sistema delle misure alternative alla detenzione e si dia maggiore sostegno alle iniziative finalizzate al reinserimento sociale ed economico del detenuto nella collettività attraverso la formazione professionale e lavorativa. Si proceda infine ad una revisione dei tempi di custodia cautelare, considerando che il 50% della popolazione carceraria risulta in attesa di giudizio. Il tutto accompagnato da un’azione costante di monitoraggio e miglioramento dello stato dell’edilizia penitenziaria e degli spazi ad utilizzo dei detenuti”.

 

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