Ordine degli Architetti : “Scenari e prospettive per uno sviluppo sostenibile della provincia di Benevento”

Gli architetti sanniti attraverso il Presidente Saverio Parrella chiedono a gran voce la revisione del PUC: questo è quanto emerge dall’incontro tenutosi presso l’Auditorium del Museo del Sannio avente ad oggetto “Scenari e prospettive per uno sviluppo sostenibile della provincia di Benevento” moderato dal giornalista Gianluca Mannato.

L’Ordine degli Architetti di Benevento attraverso la rete delle professioni ha supportato la struttura tecnica comunale sia nella revisione del valore delle aree fabbricabili sia nella ricerca di una soluzione per la grave questione della depurazione individuale, poi affrontata dagli uffici comunali con il provvedimento del dirigente Antonio Iadicicco che ha accolto tante delle riflessioni e soluzioni indicate dagli architetti sanniti.

Secondo l’Ordine degli Architetti il tempo delle soluzioni parziali è giunto al termine in quanto numerose ed improrogabili sono le questioni sul tappeto.

Il Piano Urbanistico ereditato dalle precedenti amministrazioni, infatti, è ritenuto uno strumento obsoleto, inutile se non addirittura dannoso: il piano commercio è assente nonostante sia obbligatorio ormai dal 2000; non è presente il Regolamento dello Sportello Unico dell’Edilizia né quello delle sanzioni in materia edilizia e paesaggistica; i vincoli destinati all’esproprio sono ormai decaduti; la questione delle aree bianche è balzata agli onori della cronaca e della stampa andando oltre i limiti del sapere tecnico; la definizione delle procedure e del quantum per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà potrebbe sbloccare centinaia di trasferimenti immobiliari con gravi danni per i cittadini e le casse comunali.

Il PUC, vigente, è, dunque, uno strumento largamente incompleto, infarcito di criptici bizantinismi, contenitore di operazioni di piccolo cabotaggio frammiste a fantasiose se non fantasmagoriche strategie elaborate nella vana attesa dell’intervento salvifico di IKEA prima e del Data Center delle Poste Italiane e bloccato oggi nell’assurda disposizione di lotti minimi di dimensioni sproporzionate che arresta di fatto ogni possibile strategia di sviluppo anche in funzione delle Zone Economiche Speciali che potrebbero rappresentare, stante tale stato di cose, una ennesima occasione mancata e tali potrebbero diventare i fondi dei Programmi Integrati delle Città Sostenibili.

E’ necessario, pertanto, procedere ad una revisione generale dello strumento urbanistico e gli architetti sanniti confidano che le scelte dell’amministrazione comunale sapranno andare in tale direzione come già, peraltro, evidenziato dall’Ente nelle scorse settimane.

Le varianti parziali realizzate quasi annualmente dal Comune di Salerno che sta procedendo ad una revisione generale nel decennale del piano urbanistico mostrano come esso – sia sin dal Regolamento 5 di attuazione – non più uno strumento complesso, ma una procedura che in tempi medi è possibile avviare e chiudere in maniera endogena nell’amministrazione comunale perché scelta politica autonoma soggetta solo alle osservazioni degli Enti competenti.

Le ricerche condotte dal Cresme per conto dell’Ordine OAPPC e dal Centro Studi Confindustria mostrano una situazione a tinte fosche che richiede un impegno collettivo per invertire la tendenza.

I processi di rigenerazione e trasformazione delle città non solo non sono inarrestabili, ma reversibili, ha evidenziato nel suo intervento Lorenzo Bellicini direttore del Cresme purchè chiare e coerentemente perseguite le scelte.

Il prof. dell’UNINA Pasquale De Toro, a tal proposito, ha evidenziato che necessaria è, pertanto la responsabilizzazione individuale affinchè le logiche e gli interessi personali non abbiamo la meglio sugli interessi personalistici e la strategia NIMBY del “non nel mio cortile di casa” possa frenare le scelte collettive elaborate col supporto degli stakeholder.

La ricercatrice della Federico II arch. Gilda Berruti ha evidenziato come tali problemi siano comuni a tante strutture comunali della regione Campania che vede solo una esiguo numero di enti di rango comunale dotati di PUC a quindici anni ormai dalla legge 16/04 recante le norme per il governo del territorio, individuando con dovizia di elementi e particolari le ragioni e le motivazioni di tale stato di cose.

L’intervento del Prof. Romano Fistola di Unisannio ha teso ad evidenziare come oggi esistano le soluzioni tecniche, l’hardware e gli ambienti software, quindi, tutti i mezzi necessari per affrontare la questione della conoscenza e del governo delle trasformazioni territoriali.

Mario Ferraro, recentemente confermato alla guida dell’ANCE provinciale, ha sottolineato come i processi di riuso e rigenerazione urbana possano

Le istituzioni presenti col Consigliere della Provincia Napoletano e L’assessore alla Cultura del Comune di Benevento Rossella Del Prete hanno evidenziato come sia necessario mettere in rete competenze e professionalità per affrontare le sfide poste dalla società contemporanea e dalla sfida globale nel marketing concorrenziale di città e territori, auspicando entrambi una sempre più stretta e sinergica collaborazione con l’Ordine degli Architetti ed i suoi iscritti.

Le conclusioni sono state affidate all’Assessore all’Urbanistica della Regione Campania Bruno Discepolo che ha evidenziato la necessità di andare oltre i tradizionali recinti e steccati utilizzati per confinare e comprendere genesi, carattere e logiche delle trasformazioni territoriali, sottolineando che la crisi economica, la sfida posta dai fenomeni migratori, il calo demografico richiedono sforzi ed elaborazioni concettuali ed operative innovative.

L’assessore Discepolo ha, altresì, evidenziato che la Legge regionale sulla Qualità dell’Architettura è ormai prossima ad avviarsi al percorso di esame ed approvazione e la necessità che la revisione della Legge 16/04 debba comportare una profonda trasformazione del corpus normativo in campo urbanistico ed edilizio, aprendosi ad una semplificazione mirante a sancire finalmente la distinzione tra parte strutturale e scelte operative anche attraverso forme innovative di disposizioni per porzioni e parti di territorio.

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