RIFIUTI: CALDORO, ECCO IL PIANO PER USCIRE DALLA CRISI

Oggi, nella sala giunta della Regione, è stato presentato il
piano mentre a Napoli restano milleseicento tonnellate.
   Le immagini dei sacchetti accumulati lungo le strade della
città vengono rilanciate dalle televisioni, con il caldo che
minaccia di peggiorare la situazione. All’assessore all’Igiene
Urbana, Paolo Giacomelli, che con i giornalisti si è detto
preoccupato della situazione, ha risposto Caldoro dicendo che è
opportuno parlare ai tavoli istituzionali. Una crisi, ha
spiegato sempre il presidente della Giunta regionale della
Campania, causata dal fatto che due discariche su quattro –
Chiaiano e Sant’Arcangelo – o sono chiuse o accolgono solo
pochissimi rifiuti.
   La Campania, è stato detto oggi nella presentazione del
piano redatto dagli esperti guidati dal professore Arena della
Secondo Università di Napoli, non dovrà più dipendere dal
fragile sistema delle discariche scegliendo invece la strada
moderna dello smaltimento che, attraverso la lavorazione negli
impianti, produce reddito. Bisogna scongiurare crisi che, ha
detto Caldoro, la criminalità organizzato vuole per poter
lucrare.
 Per il futuro si punterà, dunque, su altri tre
termovalorizzatori oltre a quello di Acerra, che è già in
esercizio e che non bruciare la frazione secca delle cinque
province.
  I termovalorizzatori saranno realizzati, così come previsto,
a Napoli-Est e a Salerno. Un altro impianto verrà realizzato
nel Giuglianese per bruciare le ecoballe che sono state stoccate
nel corso degli anni a Taverna del Re: sarà in esercizio dai 15
ai 20 anni. Poi è prevista la realizzazione di un gassificatore
capace di trattare 80mila tonnellate di spazzatura ma si
punterà molto anche sulla conversione degli Stir che potranno
produrre un particolare di compost che sarà utilizzato, come ha
spiegato l’assessore all’Ambiente, Giovanni Romano, per il
risanamento delle oltre mille cave dismesse e che sono state
censite nella intera regione.
  Intanto, la crisi di Napoli suscita polemiche. Le altre
province della Campania (che hanno raggiunto un equilibrio anche
trasferendo ad Acerra per la combustione la frazione secca;
operazione che serve a svuotare i depositi)  non vogliono
sentire affatto parlare di "sprovincializzazione", ovvero di
individuare nelle altre province discariche a servizio di
Napoli.Gli industriali chiedono interventi tempestivi e
risolutivi denunciando che "la situazione di costante emergenza
rifiuti che caratterizza l’area napoletana rischia di provocare
ulteriori danni all’immagine della città e in particolare alle
attività turistiche, con esiti devastanti per un’economia
locale già in affanno".(ANSA).

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