S. PIO – IO X BN: NEGATO DIRITTO ALLA SALUTE ALL’UTENZA.

Dopo le allarmanti informazioni trasferite dal dott. Gino Abbate, Consigliere Regionale e membro dell’Ordine dei medici di Benevento, in merito ad una eventuale volontà dei medici del Pronto Soccorso di dimettersi in massa, è necessario che le Autorità preposte, approfondiscono la questione nel merito e diano risposte celeri e precise per tutelare un’utenza a cui, palesemente, viene negato il diritto alla salute non riuscendo a gestire nemmeno le emergenze e ad effettuare gli interventi chirurgici programmati.
Quella che viene percepita, purtroppo, è solo la minima parte di ciò che vivono gli ammalati sulla propria pelle quando varcano l’ingresso dell’ospedale. E’ ovvio che questa condizione è scaturita da una serie di scelte e di provvedimenti che la Direzione strategica ha adottato nel corso degli ultimi anni. Scelte di gestione che hanno determinato la fuga di tanti eccellenti professionisti che qualificavano il nosocomio e che cercavano di dare il meglio delle loro capacità a questo territorio.
L’A.O. S. Pio, negli ultimi anni, non si è caratterizzata per aver garantito cure adeguate e puntuali agli ammalati ma per la perseverante attività del manager Ferrante che sostanzialmente si è concentrata nel curare con ossessione i rapporti con i vari esponenti istituzionali, esercitando intimidazioni ( denunce) nei confronti dei critici ed attraverso una meticolosa abnegazione nel trasferire al territorio una costante comunicazione di facciata, cercando di evadere i reali e concreti problemi rimasti irrisolti dell’ospedale che ora sono esplosi e che non si riescono più a contenere e a nascondere. Problemi che ad oggi non trovano soluzione e soprattutto nessun responsabile, anzi, nel caso di specie, viene riconfermato il Direttore sanitario Di Santo che ha lavorato a fianco di Ferrante!
Non è un’opinione dell’associazione IO X Benevento ma è una realtà condivisa e manifestata da Sindacati, Politica, Personale e Territorio che ovviamente ha penalizzato molto l’attrattività di un ospedale i cui concorsi vanno deserti perché nessun medico vuole lavorarci.
Le scelte politiche e manageriali hanno determinato una gestione sanitaria che obiettivamente non riesce a rispondere più alle esigenze del territorio ed hanno generato una evidente frattura tra la Comunità e l’Ospedale che costringe tanti pazienti a curarsi fuori provincia e in tanti casi fuori regione, determinando importanti disagi oltre ad un ulteriore dispendio per le casse pubbliche.
A questo punto cosa si aspetta l’utenza? Le scelte della Morgante saranno sicuramente determinanti per evitare un eventuale declassamento dell’A.O. S. Pio. La manager è chiamata nell’immediatezza a ripristinare una attività sanitaria ordinaria cercando di recuperare la fiducia e la credibilità dell’utenza per poi procedere piano piano anche con un’operazione di rilancio, cercando di recuperare quell’attrattività che serve per intercettare e reclutare medici. Tutto ciò dovrebbe avvenire attraverso un intenso e laborioso impegno a cui però non può mancare: l’autorevolezza di non farsi condizionare da nessuno e la capacità di far riconsiderare e rivalutare dalla Regione un nuovo progetto per il nosocomio Beneventano. Partire dall’ascolto di tutti i Primari, facendo una ricognizione delle criticità che interessano i vari reparti, sarebbe operazione auspicabile per procedere con un’elaborazione di soluzioni temporanee ed un progetto di rilancio condiviso con i primari e da presentare alla Regione.
Considerando la condizione che caratterizza il Pronto Soccorso, si potrebbe prendere in considerazione, l’accordo ASL / S.Pio avviato nel 2014 e terminato nel 2017, ove i medici della Guardia Medica dell’ASL, operavano al Pronto Soccorso dell’Ospedale per gestire i codici bianchi e verdi e lasciando concentrati ai codici rossi gli operatori sanitari del S. Pio. Pizzuti lo fece naufragare!
In attesa dei concorsi per gli anestesisti e rianimatori si potrebbe pensare ad una convenzione con l’ASL per attingere dai medici in servizio presso il 118 o attivare una graduatoria sperando che qualche medico voglia tornare ed operare nella propria città.
Ripristinare una attività sanitaria ordinaria di tutti i reparti attenendosi ad una recente delibera della Regione ove si chiede agli Ospedali una riorganizzazione dei posti letti, ogni Unità Operativa Complessa deve destinare dei posti letto per i malati covid ( 2-3).
Insomma, Morgante ha sicuramente trovato una situazione che molto probabilmente non si aspettava ma è anche vero che bisogna pur iniziare ad assumere provvedimenti ed iniziative per risolvere questioni urgenti, non più procrastinabili che ricadono sulla vita delle persone. Lavorare per tutelare anche gli operatori sanitari da carichi di lavoro e di responsabilità che finora ha prodotto stress e malessere. Ripristinare trasparenza e legalità degli atti, il caso delle nomine dei capi dipartimento ne è un esempio lampante, sfacciatamente contro norma e regolamento che ha anche prodotto, a nostro avviso, un danno erariale nel riconoscere emolumenti a primari che non potevano proprio essere nominati ma passato ingiudicato dagli Organi competenti. Così come più oculata e responsabile deve essere la gestione dei primari in merito ai posti letto nei propri reparti; è capitato proprio ad un nostro iscritto, ancora degente, arrivato al Pronto Soccorso positivo al covid con una sospetta polmonite, operato poi di due stand al cuore e ricoverato impropriamente in pneumologia dove dal 15 di agosto e rimasto fino a due giorni fa perché mancavano posti letto in cardiologia.
Per ciò che riguarda invece il caso di S. Agata, con una dermatologia ed un’oncologia preparata e attrezzata a Benevento sul tema skin –cancer, non riusciamo a capire perché si è poi deciso di pagare extra medici ed infermieri del Pascale di Napoli.

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