Salario minimo: Orlando, ‘non è contrapposto a contrattazione’

Roma, 30 nov. (Adnkronos) – “Noi vogliamo una legge che non contrapponga il salario minimo alla contrattazione, che faccia derivare i minimi dalla migliore contrattazione per ogni settore, ma che fissi per tutti un salario, una quota oraria, sotto la quale non si può lavorare. E vedete è stato detto ‘è uno specchietto per le allodole, il salario minimo’, io non vorrei che questa affermazione suoni in qualche modo collegata alla ricetta che il governo sta mettendo in campo con la manovra. Cioè un messaggio che dice ‘lasciamo stare il Pnrr’ , ‘lasciamo stare l’innovazione’, lasciamo stare le politiche industriali e torniamo all’antico”. Così Andrea Orlando nelle dichiarazioni di voto alla Camera sulla mozione sul salario minimo presentata dal Pd a sua prima firma.

“L’antico qual è: un po’ meno fedeltà fiscale e non vi rompiamo le scatole sui salari. Guardate, se questa è la strada che è stata già percorsa in questo paese, questa strada è una strada criminale, perché mentre si organizzano le catene del valore, mentre c’è una guerra commerciale tra la Cina gli Stati Uniti, mentre si mette in questione la filiera degli approvvigionamenti, dire al nostro Paese e alle nostre imprese ‘anziché saltare l’asticella, passateci sotto’ è un modo per far sì che un modello basato su bassi salari e bassa produttività sia spazzato via dalla competizione internazionale”.

“Ecco perché noi riteniamo che la scelta di introdurre un salario minimo non è soltanto una scelta di equità, è una scelta per individuare un altro modello di competizione del nostro Paese, è una scelta per costruire un’idea dello sviluppo che non sia basata sulla contrazione del costo del lavoro e sull’infedeltà fiscale. E questa scelta è una scelta che può riqualificare il nostro sistema economico”.

“Lo voglio dire con molta franchezza, mi hanno stupito molto le dichiarazioni del Ministro del Merito e della Scuola, o della Scuola e del Merito non ho capito bene, che pensa di poter fondare un nuovo modello pedagogico utilizzando la categoria dell’umiliazione. Noi -prosegue Orlando- non soltanto non vogliamo che l’umiliazione entri nella scuola, vogliamo che esca anche dal mondo del lavoro. E per queste ragioni noi riteniamo che un salario minimo che rispetti la contrattazione, che faccia i conti con la tradizione italiana, sia la risposta anche per riqualificare complessivamente un’idea dello sviluppo nel nostro Paese”.

“Per questo lo dico con grande serenità a tutti i colleghi delle opposizioni: noi non ci mettiamo a piantare le bandierine, non facciamo a gara su chi ha presentato prima i disegni di legge, votiamo tutti gli ordini del giorno che sostengono l’esigenza dell’introduzione di un salario minimo. Perché il fronte deve essere il più largo possibile, qui, nella società italiana, con le forze sociali, con quella parte del sindacato che riconosce l’esigenza del salario minimo. Le forze non sono mai abbastanza per una battaglia che è cruciale per il futuro del nostro Paese e per il lavoro”.

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