Scuola – Tagli nei piccoli Comuni

“Con il decreto adottato dal Governo lo scorso 8 ottobre è arrivata la conferma di quanto sostenevamo da tempo – dichiara l’on. Costantino Boffa – Per far fronte ai tagli alla scuola previsti da Tremonti per il triennio 2009-2011, non saranno sufficienti misure quali il ritorno al maestro unico, ma si dovrà ricorrere al temuto taglio delle scuole nelle piccole realtà territoriali. Che poi ciò sia stato stabilito mediante una norma inserita di soppiatto in un decreto che doveva parlare d’altro, nello specifico di sanità, è ulteriore conferma della volontà dell’esecutivo di nascondere agli italiani le sue reali intenzioni. Così, mentre da un lato si cerca di rassicurare l’opinione pubblica, dall’altro si chiede alle Regioni di redigere entro il prossimo 30 novembre un piano di riorganizzazione scolastica che dovrà recepire il taglio degli istituti con meno di 50 alunni e dei plessi che risultino singolarmente al di sotto di 500 iscritti, piano da predisporre pena il commissariamento”. “E’ questo un provvedimento che, come è ovvio, colpirà soprattutto le aree interne – prosegue l’on. Boffa – a partire da Sannio, Cilento e Irpinia, con ripercussioni che andranno inevitabilmente ad incidere sulla tenuta del tessuto sociale di queste piccole realtà dove la scuola rappresenta ancora il primo centro di aggregazione e socializzazione nonché uno degli ultimi fattori di costruzione dell’identità di un territorio”.Secondo la ripartizione stabilita per la Campania il taglio dovrebbe riguardare almeno 400 istituti ( il 10% sul totale nazionale) dei quali alcuni nei più piccoli centri della provincia di Benevento. “Considerate le gravissime conseguenze per le realtà colpite dai tagli sosteniamo con convinzione la decisione assunta dalla Regione Campania, sulla scorta di quanto annunciato da altre Regioni italiane, di ricorrere alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità costituzionale del provvedimento voluto dal Governo e per tutelare il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione Repubblicana. E’ dunque necessaria un’ampia mobilitazione politica, sociale e istituzionale per spingere il Governo a tornare sui propri passi; in quest’ottica lo sciopero generale del 30 ottobre indetto dai sindacati, rappresenta un momento di partecipazione importante dove anche il Sannio è chiamato a far sentire la propria voce. Non si può guardare alla scuola pubblica ha concluso l’on. Boffa – soltanto come ad un capitolo di spesa da contenere; anche perché se guardiamo al Mezzogiorno, investire e programmare in istruzione, ricerca ed innovazione vuol dire rilanciare le ambizioni e le aspirazioni di un territorio che vede proprio nella forte presenza giovanile una risorsa peculiare e strategica, essenziale alla sua crescita ed al suo sviluppo”.Benevento 13 ottobre 2008

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