“Stiamo cercando con tutti gli strumenti in nostro possesso di scongiurare gli effetti negativi che il decreto regionale n. 89 avrà per la sanità privata della provincia e dell’intera regione Campania. Ha dichiarato Gerardo Casucci Presidente della sezione Sanità privata di Confindustria Benevento. Siamo certi che prevarrà il buon senso e ci si renderà conto delle conseguenze che le misure contenute nel decreto potranno avere per il settore, per l’indotto, per i cittadini e per l’intera economia”.
Sono 7 anni che si operano tagli al settore sanitario. L’ulteriore intervento di spending review previsto dal decreto n. 89 porterà al collasso tutti i settori della sanità: sanità privata, specialistica e riabilitazione.
Con uno sguardo più attento alla nostra provincia ci si renderà conto che le sole Clinica San Francesco (con 57 posti letto accreditati e 60 autorizzati), Clinica Santa Rita (con 72 posti letto accreditati e 110 autorizzati), Gepos (con 55 posti accreditati e 69 autorizzati) e Villa Margherita (con 135 posti letto accreditati e 135 autorizzati) rappresentano un totale di circa 400 posti letti che saranno messi a repentaglio. Le prestazioni sanitarie coperte dal settore privato rappresentano oltre il 35% per le case di cura e quasi il 100% nel caso della riabilitazione. Questi numeri devono indurre a riflettere sulle conseguenze dei tagli che inevitabilmente favoriranno il fenomeno della mobilità passiva. I cosiddetti viaggi della speranza che spingono i cittadini della provincia a migrare fuori regione per ricevere prestazioni sanitarie i cui costi saranno sempre e comunque di competenza della regione di provenienza del paziente, ma di gran lunga superiori a quelli computati se il ricovero fosse effettuato nella stessa regione.
Il tutto con ovvi disagi per gli ammalati e i per i loro parenti che dovranno rivolgersi altrove per ottenere servizi prima erogati nel perimetro regionale.
L’effetto del decreto n.89 sarà dunque solo quello di depauperare un territorio e portare al collasso un settore economico senza ridurre i costi della spesa sanitaria.
Insomma oltre il danno la beffa.
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