Quella sera che incontrai Romano Mussolini

Penso che non vi siano problemi per questo artista che, con la sua sola qualità sonora, riesce a rianimare la melodia più scialba. Con il suo lucido autocontrollo stilistico, interpreta motivi di successo e li abbellisce, ma poi gli abbellimenti si moltiplicano e il pezzo è reinventato, con il tocco limpido e delicato, con un parlare tra le mani pacato e prezioso. Ricrea e crea. Senza dubbio alcuno, non lo si può ascoltare con un solo orecchio. La sapienza di questo artista emerge, imponendosi agli ascoltatori. Visceralmente musicista, apprezzato anche come pittore, inizia ad ascoltare la musica jazz grazie ai dischi che giravano sul grammofono a manovella del fratello Vittorio.ROMANO MUSSOLINI nasce nel 1927 a Forlì e inizia a suonare, a soli 15 anni, il pianoforte. Ben presto, diventa uno dei più grandi pianisti nazionali, pur non seguendo dei veri e propri studi musicali, ma realizzando un suo stile personalissimo. Nel 1948 la sua attività di pianista lo vede ad Ischia in un quintetto diretto da Ugo Calise. Trasferitosi a Roma, è fisso con il contrabbassista Carlo Loffredo e Nunzio Rotondo, tromba, e da allora con vari complessi moderni (Basso, Masetti, Valdambrini) e tradizionali (Patruno, Loffredo). Negli anni ’59, ’60 e ’61 è insieme alla sua band “Romano Mussolini all stars”. La sua carriera concertistica in giro per il mondo (USA, Canada, Messico, Venezuela, Australia, Kenia ,Corea) lo rende famoso al punto di collaborare con artisti del calibro di Chet Baker, Helen Merril, Lars Gullin, Caterina Valente, Lionel Hampton, Dizzye Gillespie e Tony Scott e, nel 1963, vince il Prix della critica italiana con il disco “Jazz allo studio 7”. Il suo ultimo lavoro si intitola “Last lost love”. Ad accompagnare Mussolini figurano: il noto trombettista Guido Pistocchi; Massimo D’Avola, che giovanissimo è già uno dei sax (tenore ma anche contralto e clarinetto) più importanti del jazz europeo, nonché vincitore del concorso per entrare nella grande orchestra “Euro 2000” di Mastricht; Giorgio Rosciglione, per 35 anni contrabbassista nell’orchestra sinfonica e ritmica della RAI di Roma, ha vinto diversi premi internazionali ed è elemento di spicco del jazz italiano; Osvaldo Mazzi, nativo di Buenos Aires, è in Italia da circa vent’anni, dotato di grande tecnica e di swing potente, è considerato tra i migliori batteristi italiani.Ultimo 30 maggio, una telefonata: “Enrico, stasera all’ “Hortus Conclusus” è in programma una serata tutta all’insegna del jazz. Non mancare!…” E non mancai all’evento musicale.“Romano Mussolini all stars” e immediatamente l’aria diviene rarefatta ed emozionante. Bebop, swing, blues con le “stars”: Cicci Santucci (tromba); Massimo D’Avola (sax tenore) sezione melodica; Aldo Vigorita (contrabbasso); Lucio Turco (batteria). Sezione ritmica: ROMANO MUSSOLINI, piano e voce. Voce? Si! Mussolini canta “When the saints go marching in”. Ma il percorso della serata vede anche esecuzioni fresche, disinvolte, come “Roma nun fa la stupida” e “ ‘O sole mio”, insaporite da più sinuosità boppistiche, dove Romano e il duo Santucci- D’Avola infilano ottimi assoli. Sono in piena estasi allorché lo incontro, seduto come uno scugnizzo ai bordi del palcoscenico: “Mi mancava Romano Mussolini e questa sera sono stato esaudito! Complimenti maestro!” I suoi occhi magnetici mi fissano, ma il suo sorriso mi mette a mio agio, autorizzandomi a sedere al suo fianco, a fianco di Romano Mussolini.“Sono Enrico Salzano, critico musicale…musicista, nipote e figlio di musicisti…Musicante…” Parliamo di musica e l’entusiasmo iniziale cresce per quanto mi comunica con modi forbiti, sapienti, in linea al suo modo di fare pagine piene di musicalità e di interiore grazia espressiva. Poi, il maestro Romano Mussolini, ritorna sotto la luce dei riflettori, dove il pubblico, come sempre, lo festeggia e non si stanca di applaudire.…Oh When The Saints Go March – ing In,Oh When The Saints Go March – ingIn, oh I Want to be in that num-ber,When The Saints Go March – ing In.Enrico Salzano* Omaggio al maestro Romano Mussolini.

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