Aceto: “siamo in grado di gestire ciclo integrato di rifiuti in piena autonomia”

La ragione dell’atto autoritario del Governo è che esso vuole significare al Paese che solo esso può risolvere l’emergenza rifiuti in Campania. La Provincia di Benevento chiede il ritiro immediato dell’Ordinanza prima ancora che sia pubblicato perché irricevibile in quanto non degna di rapporti istituzionali di un Paese democratico, ingiusta, ingiustificata ed ingiustificabile: essa impedisce ai territori di programmare il proprio futuro. Chiediamo, inoltre, immediatamente un Tavolo di confronto con il Governo: l’assessore regionale Walter Ganapini ci ha assicurato circa una mediazione istituzionale». Queste le dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto nel corso di una Conferenza Stampa indetta per protestare contro l’ultima Ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri sul tema dei rifiuti. L’Assessore Aceto ha anche annunciato che rimarrà negli Uffici della Rocca dei Rettori fino a quando non sarà accolta la richiesta di convocazione di un nuovo tavolo e di ritiro dell’ordinanza stessa. Con lui saranno anche i rappresentanti del Comitato Civico contro la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte.Aceto ha così illustrato la questione.La Presidenza del Consiglio dei Ministri, su indicazione del Commissario Bertolaso, nei giorni scorsi ha adottato un’Ordinanza che smentisce – secondo Aceto – il processo avviato e mette in discussione il lavoro svolto dalle Province, in collaborazione con la struttura del Governo e la Regione Campania, in materia di gestione del ciclo dei rifiuti. Il contenuto dell’Ordinanza è stato reso noto stamani 19 marzo, presso l’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, dagli uomini del Sottosegretariato. Questi, in verità, dovevano fornire, secondo gli accordi raggiunti nei giorni scorsi, il quadro economico e patrimoniale dei Consorzi di bonifica, elemento imprescindibile – secondo Aceto – per definire il complesso delle attività e delle passività che ciascuna Provincia dovrà affrontare. In tal modo si sarebbe segnata un’altra fondamentale tappa – a detta dell’assessore – nel percorso di provincializzazione. Viceversa la riunione si è aperta con la non prevista né annunciata comunicazione della Ordinanza.Alla lettura del testo dell’ordinanza, la delegazione di Benevento, su decisione dell’Assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto, che la guidava, ha abbandonato il tavolo, considerando la scelta del Governo inaudita e ingiustificata. Tra le altre cose, il provvedimento prevede il commissariamento ad acta per lo svolgimento delle attività che la Provincia e la Regione stanno proficuamente realizzando da tempo – secondo Aceto. Come se non bastasse, viene annullata la volontà della Provincia di chiudere il ciclo dei rifiuti senza ricorrere ad inceneritori né a nuove discariche, ispirandosi progressivamente alla cosiddetta strategia “rifiuti zero”.Dall’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a parere dell’assessore sannita, ne consegue che:1. è stata rigettata l’impostazione della Provincia di Benevento che aveva programmato una società a capitale interamente pubblico: l’ordinanza dice che le società dovranno essere miste. 2. Nell’ordinanza si parla solo di gestione dei siti di discarica: tutto il resto (ciclo integrato, tariffa, trasporti ecc.), è escluso. 3. Addirittura si dovrà procedere alla nomina di un “Commissario ad acta” che avrà il compito di predisporre l’atto costitutivo e lo statuto della nuova società, oltre ad avviare le procedure per individuare il socio privato.La denuncia più grave da fare contro l’Ordinanza, secondo Aceto, è quella che concerne il trasporti dei rifiuti. E’ un tema questo, ha detto l’assessore, che è economicamente e socialmente rilevante: «la camorra non è preoccupata o dispiaciuta per un provvedimento come quello del Governo», ha proseguito Aceto. Infatti, a suo dire, se ogni comune continuerà nella gestione frammentata attuale, secondo procedure e metodiche parcellarizzate e proprie, in particolare in materia di competenze sui trasporti rifiuti, è chiaro, ha concluso sul punto Aceto, che si apre la strada a tutta una serie di problemi di gestione dell’ordine pubblico e della trasparenza degli atti amministrativi. Altra pesantissima conseguenza dell’Ordinanza concerne, secondo l’assessore provinciale, l’assunzione di tutto il personale che attualmente “opera” nel ciclo. Si tratta, ha spiegato Aceto, di circa 24 mila persone, quando ne servirebbero solo 8 mila: «dovremmo, dunque come Province, assorbirle tutte, fedina penale compresa – ha detto polemicamente Aceto. Salterebbe però anche la sostenibilità economica dell’intero ciclo». D’altra parte, proprio sulle società di gestione del ciclo rifiuti è previsto espressamente nell’Ordinanza il Commissariamento ad acta delle Province, per fare poi le cose che le Province con i loro organi democraticamente eletti stanno già facendo. Si ricorda, ha detto Aceto, che la Provincia di Benevento può vantare di essere in avanzata fase rispetto ai tempi per la costituzione del sistema provinciale: infatti, ha quasi ultimato l’elaborazione del nuovo piano provinciale, dello statuto della società e lo schema del piano tecnico e industriale. Si è pertanto nelle condizioni di rispettare la scadenza di marzo per l’apertura del confronto pubblico. Ma ora tutto questo viene rigettato dal Governo centrale«Tutto ciò è assurdo – ha dichiarato l’assessore Aceto: il Governo commissaria il lavoro svolto durante questi mesi dalle Province. Viene messa in discussione la scelta di qualità della Provincia di Benevento che ha programmato il piano per uscire dal disastro economico e ambientale di questi anni. Veniamo commissariati – ha proseguito l’assessore provinciale – nel momento in cui stiamo dando l’esempio concreto di come, anche in Campania, si può fare programmazione, innovazione e sviluppo su uno dei problemi più urgenti e critici di questa regione. Quello di stamani è un atto politico che arriva a ridosso delle scadenze elettorali, con il chiaro intento di svuotare le istituzioni e voler dimostrare che solo il Governo sarebbe in grado di risolvere l’emergenza rifiuti. Per questo la Provincia di Benevento ha abbandonato il tavolo e, in accordo con l’Assessore regionale Walter Ganapini, chiede al Governo di ritirare l’ordinanza e ripartire dal punto in cui eravamo rimasti prima di questa scellerata decisione governativa». A fronte di tutto ciò ancora non ci sono i 520 milioni di euro del Governo per onorare l’impegno di bonificare le discariche, nonostante gli accordi intercorsi. Tutti i finanziamenti per le bonifiche, le isole ecologiche sono bloccati e viviamo con l’incubo dell’infrazione dell’Unione Europea. Il problema, inoltre, è che ciascuna Provincia poteva regolarsi secondo le esigenze del proprio territorio: il quadro territoriale e sociale in Campania non è affatto omogeneo; pertanto si presentavano ipotesi di soluzioni diverse per il ciclo dei rifiuti a seconda delle esigenze diverse. Benevento ed il Sannio – sostiene Aceto – non possono pagare per situazioni territoriali campane che non sono affatto uguali alle proprie. Peraltro, sul piano più generale – ha proseguito Aceto – ci dicono che i numeri su cui si sta lavorando oggi ci dicono che l’inceneritore di Acerra è più bastevole alle esigenze del territorio campano, soprattutto perché noi intendiamo ridurre drasticamente la materia prima da bruciare. Noi vogliamo – ha detto Aceto – un ciclo integrato senza parcellizzazione; un ciclo a freddo senza inceneritori, nessuna nuova discarica per sperimentare la biostabilizzazione al fine anche di evitare quanto più possibili conflitti con il territorio nella ricerca di nuovi siti di discarica.«Ci sono gravissime emergenze ancora irrisolte – ha detto ancora Aceto – come le discariche di Toppa Infuocata a Fragneto Monforte e Serre Pastore a San Bartolomeo in Galdo, e nturalmente quella di Sant’Arcangelo Trimonte. Abbiamo chiesto ed ottenuto nei mesi scorsi l’autonomia di gestione e cioè la provincializzazione anche per evitare infiltrazioni camorristiche. Noi abbiamo lavorato con il Sottosegretariato dei rifiuti e con la Regione Campania per essere puntuali all’appuntamento del 31 marzo ed avviare la provincializzazione delle gestioni del ciclo. In un altro mese noi saremmo stati in grado, come da accordi e come previsto, dopo la consultazione con i soggetti preposti a chiudere la discussione in Consiglio provinciale. Noi volevamo una società interamente pubblica pur coinvolgendo i soggetti pubblici e privati che già operano sul territorio».

ARTICOLI CORRELATI