Arresti domiciliari per un piromane indiziato di più delitti di incendio boschivo doloso

Nell’ambito di una mirata attività in materia ambientale coordinata dalla Procura delle Repubblica di Benevento, il personale del Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Benevento, unitamente al Comando Stazione di Solopaca, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un soggetto gravemente indiziato di più delitti di incendio boschivo doloso commesso in Solopaca (Bn) in di occasioni nel mese di agosto 2016. L’ordinanza è stata emessa su richiesta dei magistrati di locale Procura e risulta essere una delle prime misura restrittiva della libertà personale emesse in Campania durante la corrente campagna antincendi boschivi. In particolare, a causa della recrudescenza del fenomeno incendiario nella valle telesina, è stata effettuata dal personale del Corpo Forestale dello Stato di Benevento una attività di controllo di una particolare area del predetto territorio, paesaggisticamente tutelata ed oggetto nei ultimi 15 anni di reiterati e consistenti incendi boschivi; dopo una scrupolosa attività di occultamento, pedinamento e controllo, gli investigatori hanno provveduto ad installare un sistema di videosorveglianza in località Monticelli-Cerzito, agro del comune di Solopaca. Nello specifico sono stati accertati n. 2 incendi boschivi dolosi in tale zona, susseguitesi in un brevissimo lasso temporale in particolare in data 12 agosto e successivamente in data 22 agosto u.s. In entrambe le circostanze è stata accertata la presenza di una Volkswagen Polo con la quale l’indagato si recava sul luogo del delitto al fine di appiccare l’incendio boschivo. Attraverso l’installazione di un dispositivo GPS sotto l’autovettura innanzi descritta, venivano tracciati i movimenti nell’area attenzionata. Con esame dei filmati si è accertato che l’incendio all’imbrunire della giornata, si portava in località Monticelli-Cerzito appiccando l’incendio in più punti con un banale accendino, per poi dileguarsi immediatamente, così agendo presumibilmente al fine di permettere una celere ricrescita del manto erboso, favorendo pertanto il pascolo abusivo in area vietata. Giova all’uopo ricordare che su tutti i terreni percorsi da incendio sono vietati per 10 anni, sia il pascolo che la caccia, nonché la realizzazione di infrastrutture ed edifici; ancora per 5 anni sono vietate tutte le attività di rimboschimento. Tale ultimo aspetto appare in tutta la sua drammaticità poiché non essendo più possibile il rimboschimenti (e quindi il rinsaldamento) di un’area percorsa da incendio, la stessa risulterà nella successiva stagione invernale potenzialmente oggetto di fenomeni di dissesto idreo-geologico, quale frane e smottamenti. L’area interessata dagli incendi risulta anche tutelata paesaggisticamente in quanto ricadente in parte nel Parco Regionale del Taburno.

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