Breve resoconto della presentazione di “Spes contra spem”

Fotografie d’autore. Un video che le presenta. Una voce nuda che legge versi. Musica e voci artificali che sfidano la voce umana. Questo è stata la presentazione di “Spes contra spem”, chisura di una trilogia ideale, come ha detto l’autore, Nicola Sguera, in apertura, con “Per aspera” e “Nel chiaro mondo”.

Le fotografie, esposte nel foyer del Teatro Comunale, erano quelle di Annalisa Cervone, dolenti ma intrise di una profonda “coazione alla luce”.

La voce era quella dell’autore stesso, che ha inteso testare la tenuta “pubblica” dei suoi versi, alternandosi con letture prodotto da un programma basato sull’intelligenza artificiale.

Dopo aver spiegato il titolo della raccolta, di ispirazione paolina (la speranza come lievito dell’agire trasformativo nel mondo), Sguera ha dato rapidi cenni esplicativi su ciascuna delle sei sezione della breve silloge, edita da De Ferrari, e dedicata al padre come pegno di riconciliazione.

«Ogni tema – amore, morte, cura, speranza, Dio – risuona nei versi con una sincerità e una bellezza profondamente umana, come se ogni parola fosse stata scelta con attenzione per trasmettere un significato profondo e universale» (Antonio Martone).

La raccolta si chiude con quella che probabilmente si rivelerà un’illusione: aver trovato, dopo tanto ricercare, un equilibrio esistenziale, che viene nominato grecamente “phronesis” (saggezza), e un’invito  che denota la poesia di Sguera come “gnomica”:

Continua a sognare nuovi inizi:

celestiali incipit, tabulae rasae.

Continua a scrutarne gl’indizi

nella prosa dei giorni:

palingenesi cosmiche,

adolescenze di spiriti e corpi.

Nel contempo, con misura,

abita la carne precaria che sei,

miscela, sapiente, il dolce e l’amaro

del mondo, dell’altro,

con umiltà mai doma, accettati

creatura imperfetta.

L’Assessore Antonella Tartaglia Polcini, nel sottolineare come questa poesia, pur essendo intrisa di tanto sapere, sia assolutamente accessibile e parli al cuore di tutti, ha espresso auspicio che tutto il “Maggio d’autore”, di cui la presentazione di “Spes contra spem” è stata inaugurazione, esprima una cultura che sia aderenza alla vita, e come tale universale.

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