“Sei anni di processo, 21 giorni di carcere, il dovermi dimettere da consigliere comunale e lasciare la politica: tutto per un abuso d’ufficio?”. E’ sarcastico il commento di
Aldo Damiano, uno dei quattro condannati nel processo “Mani sulla
città”. “Non riesco a spiegarmi questa sentenza,- ha dichiarato all’ADN KRONOS – attenderò di leggere
le motivazioni. Sono soddisfatto perché sono stato assolto con formula
piena dai reati più infamanti, penso, ad esempio, alla corruzione
elettorale. Ma mi stupisce essere stato condannato a due anni per un
abuso d’ufficio attribuitomi perché avrei favorito una cooperativa di
tipo B senza aver effettuato la gara d’appalto.Cosa tra l’altro, che
la legge prevede. Chiaramente appelleremo la sentenza perché non ho
commesso alcun abuso e perché la sentenza mi ha lasciato l’amaro in
bocca”.
“Ma dopo tutto il clamore sollevato dall’inchiesta – conclude Damiano
-, che il processo si concluda con quattro condanne per abuso
d’ufficio deve portare ad interrogarsi sul modo di fare le indagini”.
ARTICOLI CORRELATI