CAMERA DI COMMERCIO.AICAST, CIDEC e FAPI SI RIVOLGONO ALLA MAGISTRATURA

Sarà la giustizia a prevalere sugli abusi di ogni genere.

Il decreto di ripartizione dei seggi emanato a settembre 2018 prevedeva una rappresentanza maggioritaria di consiglieri sanniti mentre con l’illegittima esclusione di AICASTinterprovinciale Avellino-Benevento-Salerno, CIDEC Benevento, CIDEC Avellino, FAPI Benevento, FAPI Avellino il 90% dei consiglieri saranno designati dal territorio avellinese.

Così le protagoniste, insieme con CONFCOMMERCIO Benevento, dell’istituzione del Consiglio della nuova Camera di Commercio Irpinia Sannio denunciano: Con l’assenza delle sigle AICAST, CIDEC e FAPI, la ripartizione dei seggi del Consiglio della nuova Camera di Commercio Irpinia Sannio si incammina verso l’irpiniacentrismo piuttosto che nel solito napolicentrismo grazie, ahimè, all’autolesionismo di alcuni rappresentanti delle imprese sanniti che preferiscono consegnare il Sannio all’Irpinia piuttosto che lasciare le poltrone”.

Sarà sicuramente anche questo il motivo per cui le associazioni che ci attaccano hanno così pochi associati?

L’attuale governance scaduta camerale sannita di concerto col Segretario Generale della Camera di Avellino, nonché Segretario Generale di quella di Benevento e Caserta non potevano regalare al Sannio una fine peggiore.

Una governance impreparata, confusionaria, inadatta, inopportuna che parla di legalità e legge il codice penale per poi solo subirne i giudizi, una governance che si appresta a nuovi sperperi di denaro oltre a quelli già fatti per spese legali per fantasiose denunce penali.

Il governatore De Luca stavolta è incolpevole innanzi all’assenza tombale della deputazione sannita; e questo spiega quello che oggi è il Sannio: un territorio abbandonato a sé stesso dove chi resta è solo per arrabattare quel poco che resta.

Sarà la Magistratura a consegnare le dovute risposte agli Imprenditori piuttosto che a noi: come si può giustificare un supplemento istruttorio dopo un procedimento, così tanto “accurato” del responsabile del procedimento, durato ben 2 anni piuttosto che 30 giorni ? E come si può ritenere legittimo un supplemento di istruttoria richiesto da partecipanti al procedimento (associazioni sannite) da parte degli uffici regionali ed eseguito dallo stesso responsabile del procedimento che, tra l’altro, con l’invio della documentazione in Regione aveva  legittimato il proprio operato ?Perchè tale supplemento di istruttoria ha interessato, in concreto, solo le nostre sigle e non la totalità delle partecipanti ?

Per quali ragioni il decreto di ripartizione dei seggi del settembre 2018 è stato prodotto dall’ufficio di Staff regionale e poi, quelli di esclusione dalla competizione di maggio 2019, da altra struttura regionale che è arrivata a richiedere documentazioni mai richieste a nessuno in tutta l’Italia? E poi: si è valutato che CIDEC e FAPI, partecipanti al recente rinnovo della Camera di Commercio di Avellino sono risultate idonee dallo stesso responsabile del procedimento e poi, inaspettatamente, ora risulterebbero non idonee ?

Le nostre Organizzazioni hanno inviato diverse articolate note anche al Ministro dello Sviluppo Economico, all’Autorità Nazionale Anticorruzione, aUnioncamere ed ai Prefetti senza che nulla si sia mosso.

AICAST, CIDEC e FAPI restano lontane da logiche partitiche e continueranno a battersi per la difesa della legalità e dei diritti degli Imprenditori.

A chi riferisce, tra l’altro sulla Stampa, che i nostri associati siano “troppi” diciamo che sicuramente lo sono rispetto ai pochi loro di cui rimangono discutibili pure le modalità di riscossione del contributo annuale e gridiamo a gran voce che I NOSTRI ASSOCIATI SONO DISPONIBILI A SCENDERE IN PIAZZAper riempire piazza IV Novembre, piazza Castello, via Perasso a ulteriore dimostrazione di quello che rappresentiamo non solo a Benevento ma in Campania !

Già dal 2010, innanzi a tanta tracotanza, abusi ed illegalità abbiamo proposto al Ministero di cambiare le regole dei rinnovi camerali: al governo degli enti devono starci i veri imprenditori, i rappresentanti dei territori attraverso la loro elezione diretta; è così che il sistema camerale italiano potrà beneficiare di una democratica alternanza di poteri lontani da ingiustificati quanto illegali condizionamenti che mettono a rischio la sopravvivenza delle Camere di Commercio.

Riponiamo assoluta fiducia nella Magistratura, anche di quella amministrativa, che con certezza punirà chi ha ingenerato a Benevento tanta illegalità per scopi unicamente personali anche in associazione.

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