“La Camera,
premesso che,
– il tema del lavoro e delle politiche occupazionali, più che mai al centro del dibattito istituzionale, deve essere la vera priorità delle autorità di governo che, a fronte del sempre più crescente livello di disoccupazione, devono attuare tutte le iniziative necessarie per uscire da un’economia ormai stagnante e per superare la piaga del precariato;
– bloccare la stabilizzazione del personale precario della sanità, compatibile con gli obiettivi di contenimento della spesa, in quanto si tratta di dare continuità al lavoro di professionisti e di operatori già in servizio presso il servizio sanitario, è un atto gravissimo che mette a rischio numerosi posti di lavoro e che non rispetta gli accordi presi,
IMPEGNA IL GOVERNO
a promuovere un piano straordinario di messa in ruolo del personale ausiliario e tecnico che ha operato per 35 mesi, secondo la tipologia delle collaborazioni coordinate e continuative, nelle strutture sanitarie ed a predisporre un apposito elenco degli stessi operatori, da cui attingere da parte delle aziende sanitario-ospedaliere, per trasformare lo status di lavoratori precari a tempo determinato, previo esame e prove tecnico-attitudinali a fronte di una verificata congruità e disponibilità degli organici nelle aziende ospedaliere e sanitarie.”
È vero che la sanità, soprattutto in Campania, deve attuare il piano di rientro per superare una grave debitoria, ma è anche vero che i lavoratori, che sono stati impegnati per lungo tempo, devono essere riconsegnati allo stato di precari.
Non è possibile, non è giusto soprattutto nei presidi sanitari che hanno rispettato i vincoli della spesa ordinaria.
On. Mario Pepe
PD
Roma, lì 27 gennaio 2010
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