Coronavirus. Da Bergamo a Baselice, Sindaco Ferella:” Pericolo che si poteva evitare. Scattata la quarantena”

Una nota stonata ed un pericolo che si poteva evitare.

Ieri, pur essendo in vigore i divieti di fare rientro e quindi di spostarsi, – scritto sulla sua pagina Fb il Sindaco di Baselice Lucio Ferella, qualcuno da Bergamo o area limitrofa ha insensatamente fatto ritorno a Baselice.
A scanso di equivoci, e prima di qualsiasi fraintendimento, dopo aver parlato con la famiglia e con lui (senza sapere che già era nel pieno dei tentativi di intraprendere il viaggio) ho proposto il nostro sostegno (come comunità) anche economico per vitto e alloggio e per il tempo necessario.

Tutto per venire incontro, quanto meno parzialmente, alle possibili difficoltà derivanti dal dover restare ancora lontano da casa e senza lavoro. Ma niente.
Come è finita questa storia: sono già state prese le dovute precauzioni, fatte denunce (solo da parte del Comune, non da parte dei Carabinieri per adesso), disposte tutte le procedure per le quarantene.
Manteniamo alta la guardia – ha concluso il Sindaco di Baselice Lucio Ferella – non perdiamo la concentrazione e teniamo sempre d’occhio il vero nemico: il contagio!



Versione integrale dell’intervento del Sindaco di Baselice

Ieri, con molta amarezza, ho dovuto constatare che la rete di controllo di un’intera Nazione (con le dovute eccezioni, per fortuna) sono per lo più inadeguate di fronte a questa emergenza. Come è possibile che in una Nazione dove a suon di disposizioni e che per ultimo ha visto il Ministero della Salute insieme a quello degli Interni e poi la Presidenza del Consiglio dei Ministri rispettivamente firmare un’Ordinanza e un Decreto – dove di fatto si vietano i rientri nelle proprie abitazioni/domicili/residenze – che qualcuno di sana pianta riesce a rientrare da Bergamo o comunque un’area vicina con il più alto numero di contagi fino a Baselice? Cioè, non ci si può spostare dal Comune dove ci si trova se non per andare a lavoro o per motivi di salute e invece partire andare a prendere l’aereo, arrivare a Napoli e poi in maniera rocambolesca arrivare a Baselice attraversando l’Italia intera lo si riesce a fare senza essere bloccato, controllato e fermato? Un aereo può volare certo, e ovviamente un treno o un autobus può lasciare la stazione perché finché c’è qualcuno che deve andare a lavoro allora è impossibile bloccare questi mezzi di trasporto. Peccato che sono gli stessi mezzi di trasporto che qualcuno ha intelligentemente (?) usato (e altri stanno usando) per fare rientro, in barba a qualsiasi divieto. Innescando così un bel circolo vizioso.
Questo per sottolineare come è molto difficile che una regola – qualsiasi e di chiunque, legittima, di propaganda o da squadrismo – da sola o tra mille, possa davvero essere la soluzione (da sola) ad un’emergenza di tali dimensioni. Senza fantasticare troppo, non c’è transenna che tenga, ex art. 650, 662 ex art. 495 e 496 del Codice Penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, Falsa attestazione o dichiarazione a Pubblico Ufficiale e False dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri) che possa fermare chi senso di responsabilità o maturità ne ha tanto poco da stare tutto dietro ad un piccolo schermo lcd.

E io che ho fatto? Chiami in aeroporto e ti dicono che gli operatori sanitari controllano la temperatura e se tutto ok lasciano passare, non è compito loro andare oltre; chiami la Polizia, anche quella ferroviaria, addirittura la Protezione Civile, e niente, tutti in un ragionamento dal retrogusto simil barrique (niente, non volevo subito scrivere ‘nel solito gioco a scarica barile’) dicono che se è stato fatto partire ora non c’è modo di fare altro. Però tutti, ma proprio tutti, mi hanno tranquillizzato su quanto invece potevo fare io, dicendomi che a rientro avvenuto potevo metterlo in quarantena. Però.
Sia chiaro, qui parliamo ancora di potenziale contagio, di una persona senza sintomi (evidenti) e una situazione che è stata affrontata non appena nota, e con tutte le azioni di prevenzione e sanzionatorie possibili. Tutti speriamo e siamo fiduciosi che si risolva in un niente di fatto dopo tutti i giorni di quarantena. Sono già state prese le dovute precauzioni, fatte denunce (da parte nostra ma non da parte dei Carabinieri per adesso), disposte tutte le procedure per le quarantene.

Epilogo
Tutto questo è per riflettere, sottolineare ancora di più l’importanza di quanto possiamo fare noi più di ogni restrizione, e ha a che fare con il nostro senso di comunità, il nostro senso di responsabilità, con la nostra capacità di adattarci adesso e subito a questo cambiamento che costa tanti sacrifici, alcuni non transitori.

Ma tutto questo è anche per chiedere scusa, a tutti quelli che lontano da casa, dai propri cari e affetti, continuano a combattere la nostra stessa battaglia e che adesso avranno un motivo in meno per crederci fermamente.

Siamo di fronte alla fragilità umana, ripartiamo da questo e cerchiamo di essere più forti.
E per i soliti furbetti? Dovranno essere sempre meno, sempre più isolati e gestiti sempre meglio.

 

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