CRISTIANI DEMOCRATICI PER BENEVENTO

La “ Voce della Campania “ , nel numero di settembre 2007 , ha riportato la notizia che nel dicembre 2005 la Socedim srl – impresa edile che vede Giustino Tranfa da Ceppaloni azionista di maggioranza – si è aggiudicata l’appalto da 1 milione e 615 mila euro indetto dall’Arpac Campania per la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale del Dipartimento Provinciale di Benevento , all’epoca guidato dall’attuale Sindaco di Benevento Fausto Pepe . A questa notizia manca il tassello più importante : i lavori di ristrutturazione appaltati dall’Arpac insistono su proprietà privata . Infatti l’Arpac conduce in fitto beni di proprietà degli eredi Pescatore , titolari della nota azienda di mobili alla via San Pasquale di Benevento , che hanno riconvertito buona parte degli immobili in rendita locativa , con inquilini di parte pubblica come Azienda Sanitaria Locale ed Arpac Benevento . Spendere 1.615.000 euro in casa altrui non è certo prova di buona amministrazione ; che poi ad eseguire i lavori sia un’impresa il cui titolare è incappato in una triste storia di veleni e rifiuti tossici sversati sul territorio sannita , è il colmo dei colmi per l’Arpac cui è demandata proprio la vigilanza sull’ambiente . Resta il dato contabile ed amministrativo di lavori da cui trae vantaggio ultimo il privato , ed è lecito chiedersi se ciò non configura un danno erariale trattandosi non solo di scelta antieconomica ma che rasenta dubbi profili di legittimità . L’Arpac di Benevento , tra l’altro , si contraddistingue anche in altri campi : è nota per la generosità a favore dei cosiddetti “ volontari “ e per il ricorso sproporzionato a “ lavoratori “ precari e contrattisti . I volontari , una ventina , costituiscono una folla in parcheggio in attesa di una promessa di successiva collocazione lavorativa ; i precari , tra cui come al solito alcuni provenienti dal comune di Ceppaloni , costituiscono una forma di assistenza a spese dell’Ente senza che spesso vi sia una controprestazione a fronte . Nell’uno e nell’altro caso è d’obbligo chiedersi se vengono rispettate , rispetto alla loro chiamata , le norme sul collocamento al lavoro .Stante così i fatti è necessario interrogare la Corte dei Conti per riaffermare principi e diritti che sembrano essere andati smarriti nella conduzione della res pubblica , e stabilire una volta per sempre lo spartiacque tra il lecito e l’illecito , tra la discrezionalità e l’obbligatorietà , per non fare della norma un optional , e delle istituzioni degli inutili carrozzoni clientelari al servizio della politica e dei soliti politici che alimentano il loro consenso con operazioni di bassa cucina .Benevento , lì 21 settembre 2007 .- Avv. Luigi Bocchino -Consigliere comunale di Benevento

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