Domenica 17 dicembre alle ore 10.30 sarà inaugurata la mostra “ArS STEAS”

La mostra, organizzata dall’associazione “Mille Volti” con il patrocinio del Comune di Montesarchio (BN) e del MIC è ospitata negli spazi del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, allestito nel Castello di Montesarchio, superba struttura di origine longobarda; il titolo e lo spirito che identificano la mostra traggono ispirazione dal pezzo più celebre e iconico della collezione museale, il vaso di ASSTEAS, splendido cratere del IV secolo a. C. sul quale è presente una delle più belle raffigurazioni del ratto di Europa.

“ArS STEAS” è, infatti, una mostra che pone in connessione la creatività contemporanea e la riflessione sull’antico. Un passato ed un presente che cercano e trovano un dialogo non sul piano di una semplice e immediata riconnessione iconografica o puramente identitaria, quanto sul recupero forte e sicuro dell’ ars come fare artistico, come presenza della pratica dell’arte nella costruzione sociale, come riattualizzazione e riaffermazione di quella sapienza antica dell’arte come elemento agente nelle comunità umane; ars interpretata e offerta alla riflessione degli artisti in mostra nel suo significato più antico di cammino, di un “andare oltre”, verso un altrove che è il luogo di incontro tra la manifestazione della congenialità dei mezzi espressivi e la possibilità di emersione dell’Idea.

Dunque se la riflessione estetica che ha guidato la costruzione della mostra è l’arte come luogo e strumento di connessione, questa si articola in almeno tre piani dialogici: Il primo è quello tra l’artista e il suo mezzo espressivo, il secondo tra l’opera ed il contesto, il terzo, probabilmente quello che più qualifica l’identità della rassegna, è il dialogo tra tradizioni lontane, non solo tra il passato archeologico del sito e l’attualità delle proposte artistiche ma anche il confronto tra un occidente ed un oriente. La mostra, infatti, vede la partecipazione di artisti europei italiani, spagnoli, francesi, albanesi insieme ad un nutrito numero di artisti cinesi, dunque grandi tradizioni poste in un serrato dialogo guidato sapientemente dalla curatela scientifica, quest’ultima affidata all’italiana Rosanna De Cicco, al cinese Ji Shoofeng, all’italo-albanese Milot e dalla direzione artistica di Michele Stanzione.  Operazione complessa che è riuscita a porre in un dialogo creativo sessanta  artisti, le cui opere sono approdate alla costruzione di un unico ponte culturale che oggi si presenta all’occhio del visitatore come una sorta di grande bacino comune di visioni, suggestioni ed evocazioni.

Ecco dunque che la mostra trae ispirazione dal nome da un’opera nella quale è raffigurata una delle più belle rappresentazioni dell’iconografia greca del ratto di Europa, quasi ne ribalta il senso e quel ratto diventa accorto, sensibile e amorevole incontro tra mondi che, ben lungi dall’essere lontani, appaiono sempre più destinati a generare nuove opportunità creative, nuovi spazi di riflessione, arricchimento, crescita e scambio.

ArS STEAS si pone anche come evento che mira, proprio per i contenuti che la guidano, a diventare un appuntamento periodico. Questo approccio riconferma il carattere della rassegna come urgenza di riportare il “fare” dell’arte nelle comunità, nei luoghi, per riconfermarne il suo ruolo sociale; l’apertura ad un panorama artistico internazionale  in una cornice storica di primaria importanza e indiscutibile fascino, rispondono alla necessità di porre con forza l’attenzione sull’ arte come elemento imprescindibile per lo sviluppo culturale ed economico anche delle aree interne, quelle tradizionalmente avvertite come meno sensibili e più lontane alle politiche di sviluppo e sostegno alla creatività contemporanea ma che, invece, posta in dialogo con i patrimoni storici riesce ad attivare ambiziose azioni di osmosi e reciproco sostegno. Nell’idea che ha guidato la direzione scientifica l’iniziativa potrebbe aprirsi anche ad un premio annuale atto a sostenere nel tempo la durata e il rafforzamento della rassegna.

La mostra sarà visitabile fino al 31 marzo 2024; nei tre mesi della sua durata sarà organizzato un calendario di eventi con convegni, workshop, incontri con gli autori e curatori per la conoscenza dettagliata e ravvicinata degli artisti presenti e dei loro percorsi creativi.

Per l’organizzazione e la gestione dei servizi al pubblico preziosa è stata la collaborazione con: la Proloco di Montesarchio, l’Associazione “Le sentinelle della Torre”, la Galleria Toro-Arte e Medi@press Swiss; la feconda cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti mostra anche la felicità di un esempio organizzativo che vede pubblico e privato capaci di attivare un modello vincente di governance dei processi culturali.

    Alessandra Aufiero.

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