Il finanziamento degli eventi cultural-turistici. Riflessioni di Luigi Ruscello

Le proposte giunte in Regione sono state 149, di cui 14 (1 della provincia di Benevento) non ammesse neanche alla valutazione, per carenze istruttorie. Delle rimanenti 135, invece, ben 22 provenivano da Comuni beneventani, pari cioè al 16%.Tra le 135 iniziative ammesse a valutazione, in base a criteri su cui si ritornerà dopo, solo 32 (24%) hanno ottenuto il finanziamento e, di esse, due beneventane: Festival Benevento Città Spettacolo (Comune di Benevento) e Una Voce per Padre Pio Edizione 2015 (Comune di Pietrelcina), che hanno ottenuto l’importo massimo ottenibile da una singola iniziativa (250mila euro), secondo quanto stabilito dalla Regione con la Delibera di Giunta n. 45 del 09/02/2015, cosicché l’importo di 500mila euro è pari al 7% del totale dei fondi disponibili (6.958.549,80 euro). La Regione, infatti, non si è certo sprecata quando, con la stessa deliberazione, ha stanziato la cifra complessiva di 7 milioni di euro per manifestazioni da svolgersi nel periodo maggio 2015 – gennaio 2016.Ma quali sono stati i criteri di valutazione? Essi sono stati stabiliti con il Decreto Dirigenziale n. 5 del 19 febbraio scorso e si possono così sintetizzare:A – qualità tecnica e funzionale, max 25 punti;B – coerenza del progetto, max 25 punti;C – radicamento e valorizzazione del territorio; partenariato attivato riguardo al numero soggetti pubblici (oltre l’Ente capofila) aderenti al protocollo d’intesa, max 10 punti;D – entità della compartecipazione finanziaria dell’Ente proponente sull’importo complessivodi progetto, max 10 punti.Il punteggio massimo conseguibile, dunque, sarebbe stato di 70 punti, ma nessuna proposta si è avvicinata. Anzi, il maggior punteggio è stato quello del Comune di Positano con 54,59 punti, pari cioè al 78% del massimo; mentre, il Comune di Benevento ha ottenuto 48,38 punti e Pietrelcina 44,50. La media complessiva dei punteggi è risultata pari a 34,94 punti; mentre, per le proposte provenienti dai Comuni beneventani è stata di 30,68. In generale, quindi, la qualità delle proposte beneventane è risultata inferiore, come se le stesse siano state presentate giusto per farlo.La prima osservazione da avanzare, comunque, riguarda chi ha assegnato i punteggi alle singole proposte e, cosa che lascia perplessi, non è stato un gruppo di esperti a valutare ed assegnare i punti alle iniziative, bensì una apposita Commissione, composta da dipendenti della Direzione Generale per la Programmazione Economica e il Turismo. Mi si obietterà che anch’essi sono esperti, ma, senza offesa, avrei scelto, e ne cito solo due: Dall’Ara e Sacco.Una seconda osservazione di carattere generale, poi, riguarda la tipologia delle manifestazioni, nel senso che, a mio sommesso parere, dovrebbero essere distinte le nuove iniziative da quelle già consolidate nel tempo. Ad esempio, la differenza tra Città Spettacolo e una nuova iniziativa è di soli 5 punti, cioè il massimo previsto per le manifestazioni con oltre 10 edizioni.La osservazione più importante, invece, riguarda l’entità dei finanziamenti e, più in generale, le modalità di finanziamento delle manifestazioni. Quali sono i criteri migliori per finanziarle? E a chi spetta il compito di decidere? In Italia siamo abituati a pensare che tutto debba essere finanziato con fondi pubblici ed è un convincimento che persiste, nonostante la crisi che viviamo e le prospettive niente affatto rosee per il futuro. Nei paesi anglosassoni, invece, si è optato per forme decisionali e di sostegno miste. Una soluzione possibile, ad esempio, sarebbe quella di erogare un finanziamento statale solo quando si sia in grado di ottenere finanziamenti privati.In altri termini, per evitare discrezionalità e conseguenti favoritismi credo che si debba adottare il cosiddetto challenge grants. Con questo sistema il finanziamento statale o regionale è assegnato in ragione dei fondi raccolti presso i privati. Nei paesi anglosassoni per ogni euro/sterline/dollaro di finanziamento pubblico l’organizzazione deve ottenere almeno tre (o quattro) euro/sterline/dollari di finanziamento non pubblico. In Italia e, in particolare, in Campania e a Benevento si potrebbe cominciare con un rapporto di uno a uno. Cosicché, per fare un esempio concreto, la meritoria Associazione Culturale Benevento Longobarda, che, tra l’altro, ha lanciato un progetto di crowdfunding, ha incassato dai privati l’importo di 7.100 euro, per cui avrebbe potuto ottenere, utilizzando il challenge grants, un finanziamento pubblico di altrettanti euro.In conclusione, e al di là delle chiacchiere, viste le scarse risorse pubbliche a disposizione, credo che questo sia il metodo da utilizzare per il futuro sia a livello locale, sia regionale e nazionale.Luigi Ruscello

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