Il «gemello» crollato in Venezuela, il viadotto chiuso ad Agrigento: gli altri ponti di Morandi

Dal ponte gemello di Maracaibo a quello chiuso nell’agrigentino: le opere dell’ingegnere delle costruzioni che ha progettato il ponte crollato a Genova

Ferro e cemento. Da Genova ad Agrigento a Maracaibo, sono tanti i ponti, in Italia e all’estero, che portano la firma di Riccardo Morandi, che iniziò a lavorare in Calabria, negli anni venti, progettando strutture in cemento armato per il recupero degli edifici danneggiati dal terremoto del 1908. Poi, gli studi sul calcestruzzo armato precompresso, e nel 1948 ottiene il primo brevetto sul sistema di precompressione che porta il suo nome. Così, sono stati realizzati i numerosi ponti da lui progettati.

Il viadotto di Agrigento

Alcuni, già prima della tragedia di Genova, finiti al centro di polemiche. Come quello di Agrigento: collegata a Villaseta e Monserrato dalla strada statale 115, nota come viadotto Morandi o Akragas. Quasi quattro chilometri di lunghezza, sorretto da piloni, progettato da Morandi nel 1970, è stato chiuso nel marzo del 2015 dall’Anas perché doveva essere messo in sicurezza. Riaperto per i soli mezzi leggeri, nel 2017 il nuovo allarme, la denuncia dell’associazione Mareamico che in un video mostrava il degrado dei piloni che lo sostengono. Il viadotto è stato chiuso, sono in corso lavori di ristrutturazione che dovrebbero terminare nel 2021 e che hanno un costo di circa 30 milioni di euro.

Il «ponte gemello»

Dall’altra parte dell’Oceano, progettato da Riccardo Morandi, il «General Rafael Urdaneta», il «ponte gemello» di quello di Genova, sulla baia di Maracaibo. Lungo 8,7 chilometri, con 135 campate di cui le sei centrali con lo stesso schema statico di quello di Genova, è crollato nell’aprile del 1964 quando la petroliera Exxon Maracaibo, che pesava 36mila tonnellate, a causa di un guasto finì contro le pile 30 e 31 della struttura, a oltre 600 metri dalle campate progettate per il passaggio del traffico navale. L’urto fu così violento che fece crollare completamente le due pile trascinando in mare tre campate del ponte.

Gli altri ponti

Ma l’elenco dei ponti e dei viadotti progettati da Riccardo Morandi non finisce qui: è del 1954 il ponte San Nicola, di Benevento, e degli stessi anni il Ponte Amerigo Vespucci sul fiume Arno a Firenze, progettato insieme a Giorgio Giuseppe, Enzo Gori ed Ernesto Nelli. Porta la sua firma anche il Viadotto Bisantis di Catanzaro, conosciuto anche lui come ponte Morandi e completato nel 1962. E ancora, è Morandi a progettare nel 1952 il ponte sull’Arno tra Empoli e Spicchio di Vinci, inaugurato nel 1954: danneggiato dall’alluvione del 1966, che fece accasciare uno dei pilastri, è stato demolito nel 2011 per la costruzione dell’attuale struttura, intitolata ad Alcide De Gasperi. Anche su quel ponte, all’epoca, non erano mancate critiche e polemiche. Tra i lavori in cui fu impegnato, anche l’opera di consolidamento della Torre di Pisa, tra il 1965 e il 1974. Porta la sua firma, e il suo nome, anche il Ponte Morandi di Vagli, una passerella pedonale lunga 122 che attraversa il bacino attraversa il bacino artificiale nel quale confluiscono il torrente Lussia e l’Edron, affluenti del fiume Serchio, mettendo direttamente in comunicazione il piccolo Comune di Vagli di Sotto, in Garfagnana con il territorio della sponda opposta.

 

In Libia, il ponte chiuso nel 2017

In Libia, fu progettato da Morandi il ponte sul Wadi al-Kuf, che si trova a 20 chilometri da Beida ed è stato chiuso nell’ottobre del 2017 a causa del deterioramento strutturale. E porta la sua firma anche il ponte sospeso sullo Storms River, il Paul Sauer Bridge, in Sudafrica.

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